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Coffee and cigarettes
Storie di vita in bianco e nero, a scacchi, condite con caffè e sigarette. E' questo il risultato del lungometraggio (o come preferisce definirlo lui, "una serie di cortometraggi camuffati da lungometraggio") proposto fuori concorso a Venezia da Jim Jarmush.
Il progetto iniziale risale al 1986 quando gira sei minuti, intitolati semplicemente Coffee and Cigarettes, con Roberto Benigni e Steven Wright. Tre anni dopo arriva il secondo corto dal titolo Coffee and Cigarettes-Memphis Version con Steve Buscemi e nel 1993 vince addirittura la palma d'oro del cortometraggio a Cannes con il terzo episodio intitolato Coffee and Cigarettes-Somewhere in California in cui recitano Iggy Pop e Tom Waits. Pensati per funzionare da soli, e per costruire un'opera sempre aperta, il regista ha deciso (in seguito al successo ottenuto con il terzo episodio) di realizzare in tutto una dozzina di episodi e unirli in un lungometraggio, ottenendo così una delle opere più interessanti e divertenti di questa sessantesima mostra del cinema.
Il sapiente uso del bianco e nero, che scontorna l'universo fuori dall'inquadratura della cinepresa, ci rimanda un mondo burlesco e a volte grottesco, che nasce da discussioni più o meno serie, più o meno surreali o plausibili.
Un esperimento sicuramente riuscito, in cui trame semplici e immagini spesso girate con la telecamera fissa, riescono a titillare la curiosità dello spettatore che non sa mai cosa aspettarsi dagli attori che si muovono in mezzo a scenografie scarne in cui l'unico orpello è dato dalle multiformi nuvole di fumo che si innalzano verso il soffitto. Sembra quasi di sentire l'odore del caffè e la puzza della nicotina mentre attori che siamo abituati a vedere in vesti diverse mettono a nudo i propri vizi e le proprie virtù.
Più che un lavoro, il film sembra il risultato di un divertente diversivo che alcuni amici si sono concessi.
Fra gli interpreti degli ultimi episodi, ricordiamo Cate Blanchett che interpreta addirittura due personaggi diversi nel corto intitolato "Cugine", Alfred Molina, che scimmiotta tutti quelli che, arrivati al successo, non sopportano il classico "parente povero", e lo strepitoso Bill Murray che in un modo esilarante ci mostra a quali esagerazioni può giungere un bevitore di caffè.
Teresa Lavanga
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