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American Pie: Ancora insieme











Sorvolando sui quattro spin-off realizzati direttamente per il mercato dell’home video che, dal mediocre "American pie - Band camp” (2005) di Steve Rash al riuscito "American pie - Il manuale del sesso" (2009) di John Putch, possedevano quale unico legame con l’originale trilogia cinematografica la presenza di Eugene Levy nel ruolo del padre di Jim, l’ultima volta che abbiamo avuto modo di vedere sul grande schermo le avventure del giovane fotti-torte interpretato da Jason Biggs e dei suoi amici fu nel non troppo esaltante "American pie - Il matrimonio" (2003) di Jesse Dylan.
Capitolo misteriosamente orfano, oltretutto, di diversi dei personaggi presenti nei primi due film, i quali, invece, tornano tutti insieme per rivedersi dopo dieci anni, in occasione della rimpatriata con i compagni del liceo, in questo "American reunion" (come s’intitola in patria il lungometraggio), diretto a quattro mani dagli Hayden Schlossberg e Jon Hurwitz sceneggiatori del divertente "American trip - Il primo viaggio non si scorda mai" (2004).
Quindi, una volta superato l’immancabile incipit all’insegna della situazione imbarazzante che vede protagonisti il già citato Jim, la moglie Michelle ovvero Alyson Hannigan e perfino il loro bambino, ritroviamo Chris Klein nei panni di Oz, ora cronista sportivo di successo e non più legato a Heather alias Mena Suvari, Thomas Ian Nicholas in quelli di Kevin, felicemente sposato ma sulla cui strada rincontra la fidanzata storica Vic, con le fattezze di Tara Reid, ed Eddie Kaye Thomas e Seann William Scott rispettivamente impegnati a riconcedere anima e corpo a Finch e allo sbruffone Stifler.
E, mentre ricompare anche la giunonica Jennifer Coolidge nel ruolo della mitica mamma di Stifler, si sguazza tra volgari scherzi attuati da quest’ultimo a confronti-scontri tra la classe scolastica del 1999 e la generazione moderna, segnata da Facebook e "Twilight", ma anche da scapestrate ragazzotte appena maggiorenni come la Kara che, con il volto (e le forme!) della Ali Cobrin di "The hole" (2009), provvede a rendere non poco movimentata la riunione tra vecchi compagni di scuola.
Non a caso, è proprio la lunga sequenza che si svolge nella sua casa con i genitori a rientrare tra i momenti più divertenti dei circa 113 minuti di visione, non sempre convincenti per quanto riguarda la costruzione e l’esito delle gag, ma che, come avvenuto bene o male in ogni tassello della saga, riservano il meglio nella loro fase finale.
Riconfermando che rivedere gli amici di un tempo rappresenta sempre un piacere, soprattutto se ben poco è cambiato e, proprio come ai tempi della prima volta, si riesce a bilanciare la voglia di spasso pruriginoso con quella di accarezzare il cuore.

La frase:
"Scommetto che eravate tutti verginelli disperati all’epoca".

a cura di Francesco Lomuscio

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