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2:22 - Il destino è già scrittoLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato07 giugno 2017Voto: 6.0
“2:22 - Il destino è già scritto” è il film che segna l’esordio alla regia di Paul Currie. La storia racconta del controllore del traffico aereo Dylan Boyd (Michiel Huisman) che si ritrova intrappolato in una catena di suoni ed eventi casuali, i quali si ripetono identici ogni giorno alla stessa ora, e terminano alle 2:22 in punto all’interno della stazione ferroviaria di New York.
La successione regolare, che si esaurisce nell'arco della giornata per ricominciare la mattina successiva, prende il via da un avvenimento significativo avvenuto sul luogo di lavoro: accecato per qualche istante da un improvviso lampo di luce, Dylan riesce per un soffio a scongiurare la collisione tra due aerei turistici. Tra i passeggeri scampati alla tragedia sfiorata c'è anche Sarah (Teresa Palmer), una bellissima ragazza che lavora in una galleria d'arte, dalla quale Dylan si sente incredibilmente attratto. Proprio Sarah potrebbe essere la chiave per spezzare questa catena che scandisce la sua vita, ma non prima di aver indagato e colto i messaggi celati nello schema tracciato dal tempo. È un thriller, dicevano. In verità ci troviamo di fronte a una pellicola di fantascienza dove la realtà e la fantasia si sovrappongono l’una all’altra, creando un senso di spaesamento, di confusione, nella testa dello spettatore. La sotto trama cade spesso nel ridicolo perché ci mostra qualcosa che non ha senso di esistere, ma allo stesso tempo - grazie ad un sapiente uso degli effetti speciali e al modo in cui la verità viene a galla a poco a poco - è in grado di intrattenere il pubblico. Il problema si presenta nel momento in cui quest’ultimo si accorge di stare attendendo qualcosa che non arriva mai: un colpo di scena eclatante, in grado di sbalordire anche l’uomo più scettico al mondo. Se da una parte vogliamo scoprire il motivo per il quale si verificano determinate coincidenze, dall’altra - arrivati al finale - ci rendiamo conto di non essere pienamente soddisfatti di quanto visto. Eppure c’è qualcosa che tiene lo spettatore attaccato allo schermo, come se non potesse fare a meno di proseguire con la visione. Questo perché il regista è stato molto bravo a cogliere gli elementi fondamentali e a metterli in luce. Stiamo parlando di un ritmo serrato e un susseguirsi di avvenimenti intriganti, ma che però non riescono mai a raggiungere l’obiettivo: stupire il pubblico. Perché in fondo la storia raccontata in “2:22 - Il destino è già scritto”, man mano che si va avanti con la narrazione, diventa sempre più confusa, a tratti banale e priva di senso logico, rendendo anche il finale decisamente prevedibile. Anche gli interpreti principali Michiel Huisman e Teresa Palmer non sono stati particolarmente incisivi con la loro interpretazione, nonostante la presenza di momenti molto intensi e drammatici. Interessante, invece, scoprire ciò che lega i due personaggi principali (ci riferiamo al passato e non al loro ruolo nel presente), uno degli elementi che rende la pellicola più godibile, anche se la trama di questo lato della storia risulta troppo elaborata e ‘fantasiosa’ per essere credibile. La colonna sonora è forse l’aspetto che più ha colpito nel segno perché in linea con la storia narrata, ma anche il gioco di luci e colori - che di tanto in tanto emerge nel corso del film - è molto accattivante e ben realizzato. Insomma, sarebbe bastata una sceneggiatura più curata (presenta dei buchi) e meno banale nei contenuti per ottenere un risultato apprezzabile. La frase dal film:
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