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Universitari - Molto più che amici











Se pensate di recarvi al cinema per vedere un film che parla della vita dei giovani in rapporto all’università, spiace dire che "Universitari – molto più che amici" deluderà le vostre aspettative.
Non spiega i problemi legati ai tagli dovuti alla crisi, che hanno investito anche il settore universitario; non accenna allo stato in cui vertono le nostre strutture edilizie; non racconta i problemi burocratici che troppo spesso riserva l’ateneo. E non parla neanche di come il passaggio dal liceo sia complicato o di come sia difficile relazionarsi e creare rapporti con persone nuove specialmente in un contesto così grande.
Tutto questo nel film di Federico Moccia manca, perché predilige sviluppare una storia che ruota attorno alla vita di sei ragazzi che si ritrovano a vivere insieme. L’università in questo senso è solo un pretesto, la ragione dell’incontro dei giovani che più che studenti universitari sembrano avere vent’anni suonati ma un animo ancora adolescenziale. I personaggi messi in scena sono completamente stereotipati e banali – Alessandro fa finta di sostenere esami, Giorgia ha problemi con i genitori sempre assenti, Simone ha una famiglia oppressiva, Francesca ha una relazione con un assistente sposato, Faraz si è trasferito dall’Iran con un’ambizione, Emma nasconde un segreto – per non parlare poi della narrazione del film che è piena di cliché e ha davvero poco di originale.
Moccia, che firma anche soggetto e sceneggiatura, se con i primi libri era riuscito a creare qualcosa di singolare ed intrigante, in quest’ultimo lavoro non ne azzecca nemmeno una tant’è che sembra non avere le idee chiare neanche lui, prendendo spunti qua e la e mettendoli insieme in un film. Per esempio la voce narrante e le gag che di comico hanno ben poco, ricordano molto lo stile televisivo che in particolar modo caratterizza I Cesaroni. Non risolleva il film neanche l’aiuto di attori quali Paola Minaccioni e Maurizio Mattioli, che nei pochi sketch in cui appaiono regalano l’unica risata sincera.
Non c’è coinvolgimento, non c’è passione, non c’è novità. Solo temi già visti e rivisti, e sviluppati anche noiosamente. In sostanza, è una commediola romantica che descrive vicende amorose di ragazzi, di quelle classiche che si vedono solo nei film e che sai già dall’inizio di cosa parleranno e come andranno a finire.

La frase:
"In questa casa non ho trovato solo degli amici… ma una vera famiglia!".

a cura di Valeria Vinzani

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