Un giorno speciale
Lui, con le fattezze del Filippo Scicchitano rivelatosi nell’ottimo "Scialla! (Stai sereno)" (2011), è Marco, giovane autista che, al suo primo giorno di lavoro, ha il compito di accompagnare la bella Gina, incarnata dalla esordiente Giulia Valentini, da una stralunata periferia alle porte di Roma all’appuntamento con un politico che potrebbe aiutarla ad entrare nel mondo dello spettacolo.
E’ interamente sul loro giorno speciale insieme, quello del titolo, che si costruisce il lungometraggio diretto dalla figlia d’arte Francesca Comencini, autrice di "Mi piace lavorare - Mobbing" (2004) e "Lo spazio bianco" (2009).
Giorno speciale che segna, per entrambi, l’entrata nel cinico, non più roseo e gioioso universo dei grandi, rappresentato per Marco dai suoi datori di lavoro e per Gina, appunto, dall’onorevole; a quanto pare impegnato in una seduta parlamentare che si protrae all’infinito, tanto da rimandare di volta in volta l’incontro con la ragazza.
Infatti, con un sapore generale non molto distante da quello di una commedia on the road d’oltreoceano, li seguiamo nelle loro poche ore di viaggio in giro per la capitale; mentre, a partire già dai primi minuti di visione, i dialoghi provvedono a immergere lo spettatore nell’Italia delle raccomandazioni e delle proposte di lavoro come escort o pornostar.
Poche ore di viaggio che li portano a conoscersi, tra mangiate ed imprese folli, man mano che il futuro sembra sempre più in agguato e, in mezzo a una chiacchierata e una sosta, non mancano neppure occasioni per divertire lo spettatore.
Sarebbe sufficiente citare la sequenza in cui incontrano la ex fidanzata di Marco per lasciar intendere quale sia il leggerissimo clima che avvolge l’intera, gradevole operazione, superbamente sostenuta dai due protagonisti e tutt’altro che destinata a generare noia.
Fino all’improvviso epilogo della circa ora e mezza di visione che, caratterizzato da un (retro) gusto piuttosto amaro, vuole probabilmente suggerire l’indispensabile bisogno di calore ed umanità per proseguire la propria esistenza una volta raggiunta l’età adulta, quando non sembra esservi più spazio per l’innocenza.
Niente male.
La frase:
"L’onorevole è un lontano parente di mia madre, ha saputo che sto cercando di entrare in televisione e vuole darmi una mano".
a cura di Francesco Lomuscio
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