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The Sky Crawlers
Dopo il successo di "Ghost in the Shell", Mamoru Oshii torna sul grande schermo con un nuovo film d’animazione, "The Sky Crawlers", in concorso alla 65ªMostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Dai toni cupi e privi di speranza, il film, è tratto dal racconto di Hiroshi Mori, e racconta di piloti bambini, i cosiddetti Kildren, che sono impegnati in una guerra spettacolo, e ogni giorno rischiano la propria vita per divertire il pubblico di tutto il mondo.
Sin dai primi fotogrammi si rimane colpiti dalla sofisticata tecnica d’animazione, che rende reali oltre ogni aspettativa le scenografie, i panorami, i combattimenti aerei, al punto da chiedersi spesso se si sta guardando un "cartone animato" o un film dal vivo. Solo i personaggi assumono quelle caratteristiche goffe e prive di espressione tipiche del genere, che sono però sostituite da un’attenta cura del particolare nei movimenti, negli atteggiamenti, tanto che se non gli si guarda la faccia potrebbero sembrare degli attori in carne ed ossa. La caratterizzazione di ogni personaggio, infatti, è minuziosa e particolareggiata, e si riesce a capirne il carattere, la storia e l’umore, dal modo di parlare, di compiere un gesto quotidiano, o un movimento usuale.
Pure l’utilizzo delle telecamere, che si soffermano sugli oggetti, compiono campi lunghi e primi piani con l’abilità di un operatore della cinematografia tradizionale, rende la pellicola particolarmente realistica, dando più significato ai cenni riflessivi, e alle tematiche sviluppate dal regista giapponese.
Bisogna però dire che la lentezza con cui si arriva al nocciolo della storia, porta lo spettatore ad entrare troppo tardi nel film. Per la prima ora, infatti, l’unica cosa che si vede, sono dei piloti che combattono contro un nemico di cui non si conosce l’identità.
Si intende che c’è qualcosa di strano, qualcosa da scoprire più avanti nella visione quando si sente parlare di Kildren, bambini che non diventeranno mai adulti, che possono vivere in eterno, e che non sembra ricordino del loro passato, che vivono affianco agli adulti che li vedono come eroi. La loro vita è dedicata a questa guerra, che dalle loro parole sembra infinita, e danno tutta l’anima per combattere al meglio e tornare vincitori o morire in battaglia.
La guerra vista come unico modo per mantenere l’illusione di pace, questo è il messaggio espresso in "The Sky Crowlers". I Kildren sono i soli che possono mantenere uno stato di non belligeranza: la loro condizione di vita eterna li pone come migliori candidati per mettere su una sorta di grande gioco, dove due superpotenze, o compagnie, si combattono a suon di bombardamenti aerei, ed ogni caccia abbattuto è un punto a favore della squadra che ha dato il colpo vincente. Gli adulti, o le persone normali, in tutto questo non sono che spettatori: attendono con ansia le notizie riguardanti gli eventi bellici, e vanno a visitare le basi militari dove vivono i loro eroi.
Tutto questo dovrebbe sopire il loro spirito, la loro natura, tipicamente umana, di cercare ogni soluzione nel conflitto.
Una sorta di Risiko giocato per mantenere la pace.
Monica Cabras
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