03 Settembre 2008 - Conferenza stampa
"The Sky Crawlers"
Intervista al regista e al cast.
di Monica Cabras

Presenti alla conferenza stampa veneziana: Mamoru Oshii (regista), K. Kikuchi (attrice) e R. Kase (attore).

Da parte di molti registi giapponesi c'è una sorta di denuncia per il lungo periodo di pace che sta attraversando il giappone. Anche la sua posizione è che dopo 60 anni dall'ultima guerra il Giappone sia come anestetizzato?
Mamoru Oshii: il tempo di guerra, incluso quello della guerra fredda, è un tempo che io definisco da adulti, il tempo di pace che stiamo vivendo ora è un tempo da bambini. Questo ho voluto mostrare in The Sky Crawlers.

Cosa significa dare corpo ad un personaggio attraverso la voce, e cosa comporta questa scelta per voi come attori?
K. Kikuchi: è stata un'esperienza difficile, perché il personaggio femminile è molto complesso. Ma facendolo ho provato che la voce è un elemento molto importante da un punto di vista recitativo.è stata un'esperienza interessante che vorrei ripetere.
R. Kase: per me è stata una sfida, perché è come recitare senza volto, come cambiare se stessi. Sicuramente un'esperienza molto interessante.
Mamoru Oshii: Nel campo dell'animazione quando disegno un personaggio, ho solo un disegno che acquista anima solo quando ho la voce. Cercare le voci per questo film è stata una cosa molto lunga, perché non mi sono rivolto ai doppiatori che abitualmente interpretano film d'animazione. Bisogna cercare una voce che funzioni su quel personaggio e gli dia un'anima.

Come sono stati realizzati i duelli aerei?
Mamoru Oshii: la caratteristica del design degli aerei è che non sono a reazione, ma ad elica, perché è una guerra di intrattenimento e quindi ogni combattimento deve essere visibile, e ciò non sarebbe possibile con quelli a reazione perché troppo veloci. Ho chiesto ai designer di creare aerei che sembrassero dei giocattoli, e tutti gli altri elementi sono stati unificati a questo stile retrò che poi si vede nel film. Si vedono piloti che stanno ore seduti sui sedili dei loro aerei , e queste sono immagini statiche, mentre io ho voluto cercare di mostrare o sforzo fisico dei piloti nel ondurre gli aerei per contrastare l'apatia che hanno quando stanno alla base. Lavera espressione del loro essere è pilotare un aereo.

Per le tematiche e le tecniche utilizzate questo poteva essere un film dal vivo, come mai ha scelto l'animazione?
Mamoru Oshii: tante volte mi hanno fatto questa domanda, e la risposta più logica sarebbe che ci vuole un budget elevato per realizzare un film tradizionale di questo genere. Ma in effetti la verità è che i protagonisti sono dei bambini adolescenti che non crescono mai, e quale altro elemento visivo poteva rappresentare i Kildren, la scelta è stata quindi obbligata. Nell'animazione giapponese si vedono spesso dei ragazzini che pilotano aerei da combattimento o robot. Io qui ho voluto rappresentare dei bambini metaforici che combattono una guerra spettacolo, e l'animazione era l'unica scelta.

Nel film c'è una frase che dice che la gente ha bisogno della guerra per mantenere l'illusione della pace, è una frase che potrebbe essere ambigua e pericolosa, lei cosa pensa a riguardo?
Mamoru Oshii: dal mio punto di vista finchè gli uomini saranno tali, la guerra non potrà scomparire, perché fa parte della natura umana, può essere tra due persone, tra stati. Anche ora in questo momento qui siamo in pace, ma due persone hanno sicuramente dei conflitti. È una cosa di cui non possiamo liberarci.

Qual è la ragione per cui ha scelto i due attori come voci dei protagonisti?
Mamoru Oshii: Istinto.

Da dove nasce la parola Kildren?
Mamoru Oshii: il film si basa su un romanzo, quindi non ho inventato io la parola. La mia personale interpretazione è che sia una sorta di contrazione tra le parole Kill e Children.

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