Come un tuono
Il titolo originale di "Come un tuono" è meno immediato, ma sicuramente più indicato: "The place beyond the pines", luogo in cui si consuma l’ultima scena di questo film lungo, che si dilata nel tempo e che ci permette di conoscere ben quattro personaggi senza che nessuno sia il protagonista assoluto.
Questa bellissima storia inizia con "Handsome" Luke (Ryan Gosling), uno stuntman che si esibisce in tutto il mondo e che un giorno, dopo aver scoperto di avere un figlio di appena un anno, decide di rimanere nella cittadina di Schenectady, dove la sua ex ragazza Romina (Eva Mendes) vive con il nuovo compagno. Luke però non ha una personalità facile: è instabile, anche se animato da buone intenzioni. Un suo conoscente lo convince a fare delle rapine in banca; soldi facili con cui poter contribuire alla crescita di suo figlio. Il sistema sembra funzionare, ma ben presto Luke viene raggiunto dalla polizia: l’ambizioso agente Avery Cross (Bradley Cooper) si troverà faccia a faccia con lui.
Dopo una prima sequenza di enorme impatto visivo, iniziamo a conoscere un personaggio affascinante, la cui caratterizzazione è memorabile, non solo grazie al volto di Gosling. Il bel motociclista lascia poi spazio ad un poliziotto enigmatico e un po’ freddo, totalmente diverso da lui.
Il regista Derek Cianfrance scrive una sceneggiatura (insieme a Ben Coccio e Darius Marder) in cui è forte l’idea di "successione" e "ripetizione": il film copre un arco temporale non breve all’interno del quale trovano spazio anche due liceali, sui quali pesa un’enorme eredità di violenza che sembra essere insita anche nei loro geni, teoricamente innocenti. "Come un tuono" è una storia decisamente al maschile, ma solo per il genere dei personaggi che la vivono: i sentimenti raccontati sono universali e raggiungono anche il cuore delle spettatrici. Si tratta di un lavoro molto intenso; i 140 minuti di durata potrebbero intimorire, ma la vicenda è talmente bella e ricca di particolari, che il tempo passa con leggerezza.
Ma l’opera di Cianfrance non è solo ben scritta, è stata anche realizzata con grande maestria e professionalità. La regia è piuttosto insolita per un film americano: piano-sequenza lunghissimi e complessi dimostrano una grande padronanza del mezzo da parte del regista; le soggettive frenetiche movimentano la visione e contribuiscono anche a farci sentire meno la lunga durata del film.
Con particolare accortezza, l’autore adatta il suo stile al personaggio che in quel momento del racconto è il protagonista: Luke e Avery sono diversi, il primo è incontenibile, l’altro è posato; in base a questi caratteri, la macchina da presa si calma o si agita, sempre con un sottofondo musicale di grande atmosfera. La colonna sonora, composta di poche canzoni e molti pezzi strumentali, veicola un senso di tensione che non abbandona mai i protagonisti e gli spettatori. Ultimo tocco di classe è la fotografia di Sean Bobbitt, per niente artificiosa ma curatissima.
È raro che un film sia così completo, che forma e contenuto siano così validi: si tratta di un film che può raggiungere una grande fetta di pubblico, anche piuttosto varia. Le sensazioni che viviamo vedendo "Come un tuono" sono forti, in qualche modo anche familiari, sicuramente difficili da dimenticare.
La frase:
"Se corri come un fulmine, ti schianti come un tuono".
a cura di Fabiola Fortuna
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