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The Neon DemonLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Thomas Cardinali2016-05-24
Nicolas Winding Refn è forse uno dei registi più¹ interessati al mondo, un ribelle che pur di realizzare ciò che ha in mente trascende i canoni standardizzati di Hollywood.
Il suo nuovo film "The Neon Demon" vive di due anime opposte: la prima mezz'ora (ma anche 45') girata in modo splendido con la musica elettronica di Cliff Martinez e le luci al neon che non potevano mancare già dopo aver letto soltanto il titolo. NWR, che come tutti coloro che si ritengono degli artisti firma con un acronimo le sue opere, voleva realizzare un horror sul tema della bellezza, ma quello che ne esce fuori è un'opera estetica vuota, dove più passa il tempo e più la trama sembra perdere il senso logico sbalordendo lo spettatore con tanto eccesso da far provare in alcuni momenti la sensazione di sentirsi presi in giro ridendo di gusto. Ma l'intenzione del regista era questa? Perché se la sua idea era regalarci un'ora sconcertante e a tratti davvero divertente allora il film è da applausi, seppur con una trama confusionaria. La mancanza di comunicazioni verbali tra i protagonisti nel film voleva essere un "far parlare il silenzio", emozionare gli spettatori trascinandoli all'interno della scena come se i passi che risuonavano quando si muoveva Jesse, una brava Ellen Fanning, fossero in realtà del pubblico. Il film di Nicolas Winding Refn è un omaggio alla bellezza vera e innocente rappresentata da Jesse, che sarà fagocitata dal mondo di Los Angeles a causa di tre donne che si riveleranno essere il "mostro della moda". Cannibalismo, necrofilia, feticismo... NWR mette di tutto nel suo film, ma non ci lascia assolutamente nulla. Una riflessione sulla bellezza inizia, ma termina quando decide di dare una svolta horror inutile e inappropriata in alcuni passaggi. Resta negli occhi quell'inizio folgorante che aveva convinto e affascinato, ma come i grandi artisti quando si esagera nella sperimentazione il risultato può essere disastroso e questo è The Neon Demon. Le risate e le facce perplesse dopo l'anteprima al Fesival di Cannes 2016 per il regista di "Drive" devono essere uno stimolo a controllarsi maggiormente, perché è bello essere unici e fuori dagli schemi se questo non rende il film più un'accozzaglia di elementi che tendono più al trash che alla vera opera d'arte. La voglia di Nicolas Winding Refn di citare il cinema con una ricerca intellettuale morbosa non fa altro che sminuirne il talento e rende The Neon Demon, forse, uno dei suoi film meno riusciti, specie se pensiamo che all'esigente pubblico della Croisette ha regalato capolavori come "Drive". La ricerca eccessiva della bellezza ha accecato il regista danese, che nel finale rende ancora più chiaro al pubblico cosa avesse in mente di fare. Il problema è che, specialmente in un Festival come Cannes non c'è da provare a fare ma bisogna avere la capacità di fare. Riprovaci Nicolas, senza strafare perché è uno spreco e un dolore dover ridere per arrivare alla fine di un film di un talento come il tuo. La frase dal film:
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