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The Hours
Una storia che si intreccia su più piani narrativi unendo le vite di tre donne di epoche diverse, tutte accomunate dalla voglia di vivere la loro esistenza in modo diverso da quello che la società ha scelto per loro e dal romanzo "Mrs. Dalloway". La prima è la stessa Virginia Woolf (Nicole Kidman, praticamente irriconoscibile grazie ad una protesi nasale) che nella Londra degli anni '20 lotta contro la follia, che ormai la aggredisce sempre più spesso, tentando di terminare la stesura del suo ultimo romanzo, "Mrs. Dalloway" appunto. Virginia è indipendente e lontana anni luce dai valori familiari che governano la società del suo tempo e quindi tenta inutilmente di dibattersi fuori dal suo stagno esistenziale riuscendo soltanto ad aumentare la sua amarezza. La seconda è Laura Brown (una Julianne Moore catapultata direttamente fuori dal set di "Far from Heaven"), insoddisfatta casalinga americana del dopoguerra, che trasfigura i suoi desideri di evasione nel romanzo che sta leggendo, "Mrs. Dalloway" ovviamente. Anche lei sembra incapace di realizzare i suoi sogni di indipendenza, come la scrittrice prima di lei, e sembra pronta a mettere in gioco tutta la sua vita. La terza, ed ultima, è Clarissa Vaughan (Meryl Streep, finalmente tornata ad un ruolo adatto alla sua bravura), una sorta di incarnazione contemporanea di Mrs. Dalloway o forse della stessa Woolf, l'unica che apparentemente sembra essere stata in grado di dirigere la vita lontano dai binari del conformismo abbracciando così una felicità che alla fine si dimostra più complessa del previsto.
Stephen Daldry, dopo la sorprendente linearità di "Billy Elliot", suo primo grande successo, costruisce una trama dall'incredibile complessità strutturale, giocata tra continui rimandi tra le tre protagoniste. Il regista sfrutta abilmente i punti di contatto tra le vite delle tre, per effettuare i passaggi d'epoca necessari alla storia. Emblematica la sequenza d'apertura, indimenticabile soprattutto per la sua perfetta fusione di tempi e storie. Il romanzo di Michael Cunningam, da cui è tratta la pellicola, ha il raro pregio di portare un'opera classica nel nostro tempo rendendola attuale e fruibile; completamente incentrato sull'universo femminile, ne esplora i dubbi, le incertezze e le delusioni.
L'efficacia del tutto è comunque indiscutibilmente subordinata alla bravura delle tre protagoniste, forse le migliori attrici in circolazione al momento. Triste, disperato, ma emozionante.
Curiosità: la Kidman è mancina ed ha dovuto imparare a scrivere con la destra per interpretare Virginia Woolf.
La chicca: proprio in apertura vediamo la Woolf scrivere una lettera al marito utilizzando fronte e retro di un foglio, ma quando il marito legge la lettera questa è su due fogli.
La frase: "Non si può trovare pace evitando di vivere."
Indicazioni: Un buon thriller, con una strizzatina d'occhi al paranormale.
Valerio Salvi
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