The Grudge
Dopo "The ring", un altro classico horror giapponese viene portato alla ribalta da Hollywood, il film è "Ju - On". "The grudge" però fa di più: riprende gli stessi attori dell'originale, aggiungendoci la più famosa ammazzavampiri della televisione (Sarah Michelle Gellar). C'è da chiedersi: ma questi remake non saranno sintomo di una stanchezza creativa che sta colpendo il cinema americano? Come successe negli anni ottanta quando Hollywood saccheggiò la commedia francese, rifacendo "Tre uomini e una culla" o "Alto biondo e con una scarpa nera" o "Due fuggitivi e mezzo", è inevitabile il raffronto con le opere originali. E ovviamente, almeno in senso artistico, i remake perdono sempre. Sicuramente parlare di stanchezza creativa è un po' forte, tanto più che esiste tanto cinema americano bello o perlomeno interessante. Però l'operazione del rifacimento fa nascere molti dubbi.
"The grudge", nei suoi limiti, è riuscito anche bene nell'intento di ricreare quella sensazione orrorifica che ci si aspetta da film del genere. E se l'originale giapponese è sicuramente più inquietante, è pur vero che la versione americana non vuole assolutamente distruggere quelle atmosfere tipiche dei film orientali di questo tipo. Questo merito va in parte ascritto a due persone: il regista Takashi Shimizu che è lo stesso di "Ju - On" e Sam Raimi che è uno dei produttori. Il regista ha saputo guidare il film su binari che prendono molto più alla testa che allo stomaco. Sam Raimi, d'altra parte, ci ha messo di suo, o forse soltanto influenzato (perché sicuramente Shimizu ha visto almeno "La casa", capolavoro horror del regista americano) quella parte un po' splatter che non guasta mai (ad un certo punto c'è un personaggio che cammina senza le mascelle!). Insomma alla fine il film è riuscito. Ma qual è la storia? Una famiglia va a vivere in una casa e diventa matta, anzi scompare. La nonna, unica rimasta viva ma per poco, sembra parlare con delle presenze cattive. Ad un certo punto Karen, assistente sociale, è costretta a sostituire una sua collega, scomparsa a sua volta, che operava in quella casa. Ne uscira viva?
La cosa che mi è sembrata più interessante è la resa dei fantasmi che fanno veramente paura, anche non avendo mutato le sembianze "terrene". Anche il racconto "misto" che confonde il passato con il presente e la realtà con l'irrealtà riesce molto bene ad "angosciare" lo spettatore senza mai fargli perdere il filo. Alla fine possiamo dire di aver visto un rifacimento che, stranamente, ha una sua validità. A quando il remake di "Tetsuo"?

Renato Massaccesi

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