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Take Me Home Tonight











Insieme a Gordon Kaywin, è lo stesso protagonista Topher Grace a figurare in qualità di soggettista e produttore esecutivo del lungometraggio di Michael Dowse, che, ambientato negli anni Ottanta, quando la Borsa americana è in pieno boom, lo vede nei panni di Matt Franklin, giovane laureato del MIT e occupato in un laboratorio con una lauta retribuzione, il quale decide di licenziarsi e accettare un posto in un’attività di videonoleggio in quanto scandalizzato dal materialismo imperante.
Puntualmente, quindi, non sono successi musicali risalenti al decennio reaganiano – da "Video killed the radio star" dei Buggles a "Bette Davis eyes" di Kim Carnes – a essere assenti nel corso dei circa novantasette minuti di visione, incentrati sulla folle notte che il ragazzo si trova a trascorrere nel tentativo di conquistare Tori Frederking, donna dei suoi sogni dai tempi della scuola, con le fattezze della Teresa Palmer di "Sono il numero quattro" (2011).
Come pure, sullo sfondo, le locandine di classici e cult del calibro di "Ritorno al futuro" (1985) e "Howard... e il destino del mondo" (1986), mentre troviamo la Anna Faris della serie "Scary movie" nel ruolo della sorella di Matt e il Michael Biehn di "Terminator" (1984) in quello del padre poliziotto; senza contare il Dan Fogler di "Balls of fury - Palle in gioco" (2007) impegnato a incarnare lo scapestrato amico Barry, che finisce anche per essere coinvolto in una grottesca scena di sesso con la veterana e ancora nuda Angie Everhart (la ricordate, meno che trentenne, in "Nove settimane e mezzo - La conclusione"?).
E, man mano che si sguazza tra automobili rubate, imprevisti con la cocaina e immancabili momenti di romanticismo, è facile avvertire una certa influenza dal cinema di John Hughes, ma anche l’impressione che quella di ridere sia un’impresa piuttosto difficile.
Tanto che, sebbene l’insieme – non privo di un certo attacco-denuncia nei confronti delle classi sociali maggiormente abbienti – tenda a migliorare nella sua parte finale, si prova soltanto la stessa noia che attanaglia Matt durante la festa di svolgimento.

La frase:
"Ammettetelo, tutti cerchiamo di essere qualcosa che non siamo, ma stanotte cambia".

a cura di Francesco Lomuscio

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