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Survival of the dead-L'isola dei sopravvissuti
E’ facile uccidere i morti viventi, tranne quando sono tuoi amici.
Introdotto da un avvincente prologo all’insegna dello splatter, presenta subito un certo fascino il sesto zombie-movie di George A. Romero, partito con il curioso titolo "...of the dead" e che va a proseguire il suo lavoro lontano dalle major iniziato con "Diary of the dead", del 2007.
Un moderno western in chiave horror che raduna a Plum Island, sulla Costa del Delaware, l’isolano ribelle Patrick O’Flynn, deciso a sterminare senza pietà qualsiasi cadavere a passeggio capiti sulla sua strada, Shanus Muldoon, impegnato a compiere il desiderio del Signore mentre spera in una cura per sconfiggere l’epidemia, e un gruppo di militari guidati dal soldato Crocket.
Quindi, se ad entrare in scena non sono tubi d’estintore che, azionati nella bocca del ritornante di turno, gli fanno deflagrare la testa con tanto di occhi fuori dalle orbite, sono le care vecchie pistole a trovarsi unite a recenti armi da combattimento in un mondo apparentemente giunto all’epilogo, ma che vede ancora nell’intramontabile denaro un’utilissima risorsa per la sopravvivenza.
Un mondo che l’autore de "La notte dei morti viventi" ha sempre criticato tramite le sue opere, senza nascondersi e puntando principalmente il dito verso i negativi aspetti della società, i quali, dal consumismo al capitalismo, ma senza dimenticare il militarismo, rappresentano più degli zombi la vera causa della fine del genere umano, rivelandosi sinonimi della pericolosa parola "potere".
Un potere volto qui a testimoniare che tutto sembra essere rimasto fermo ai tempi dei cowboy, quando le guerre si combattevano soltanto in onore di una bandiera e senza ricordare chi dei due avversari ha fatto la prima mossa per iniziarle.
Per circa 90 imperdibili minuti di visione tempestati di smembramenti soprattutto nella parte finale e che, non privi d’ironia (abbiamo anche uno zombi pescato con la canna come un pesce), presentano le loro uniche pecche in alcuni effetti digitali di mediocre fattura e in un certo infiacchimento emergente nel corso del centro operazione.
Operazione attraverso cui Romero scrive un altro fondamentale pezzo di storia del cinema zombesco, abbondando in momenti d’azione e ipotizzando un’evoluzione che potrebbe portare a salme ambulanti non più esclusivamente ghiotte di carne umana.
La frase: "Spero che arriviate in paradiso prima che il diavolo sappia che siate morti".
Francesco Lomuscio
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