21 novembre 2001 - Conferenza stampa
CHRISTOPHE GANS e VINCENT CASSEL
Intervista al regista e al protagonista de "Il patto dei lupi"
di Valeria Chiari
Una terribile Bestia semina il panico nella regione francese del Gèvaudan. È il 1766 e il re Luigi XV decide di inviare i suoi migliori ufficiali per scovare quel terribile mostro ed ucciderlo. Il brillante naturalista Grégoire de Fronsac accompagnato dall'inseparabile fratello di sangue Mani, indiano Irochese, si reca presso il marchese d'Apcher per obbedire agli ordini del Re. Tra storia e fantasia il regista di "Crying freeman" Christophe Gans, realizza un film d'avventura originale ed entusiasmante, in un curioso e seducente mélange di generi.
Cosa l'ha spinta a fare questo salto nel passato?
Conoscevo molto bene la storia della Bestia del Gévaudan, i miei genitori me la raccontavano spesso da piccolo e avevo avuto modo di vedere un film-documentario realizzato dalla televisione francese negli anni '60, che mi colpì molto. Mi è piaciuta l'idea di fare un film d'azione ambientato in un'epoca diversa.
Fascino per una storia che resta ancor'oggi un mistero...
Si in effetti. Ma è interessante perché segna un momento storico molto particolare.È il 1766 e cominciano a crearsi le basi di concetti fondamentali come uguaglianza, libertà, ed è sintomatico che nel momento in cui la Francia entra nell'era moderna, appaia all'orizzonte una creatura che in qualche modo riporta alle paure del passato e all'oscurantismo medioevale.
A prima vista non sembrerebbe un film storico...
Assolutamente no. Ho mescolato fantastico e storico perché la mia idea principale era quella di realizzare un divertissement: l'essenza del film non è il messaggio storico o politico, ma è l'avventura. Una specie di western nato per coinvolgere e divertire lo spettatore.
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