Un film sotto l'albero... (2012)

Un film sotto l'albero...

Scopri con noi i DVD e i Blu-ray per passare un magico Natale o per fare un dono speciale!


di Francesco Lomuscio20 dicembre 201211:23



Fino a qualche anno fa, il periodo natalizio, per ogni cinefilo che si rispetti, rappresentava il momento in cui chiudersi in casa e, tra una abbondante mangiata e qualche visita dei parenti, lasciarsi al piacere della visione in vhs di film precedentemente distribuiti in sala o, addirittura inediti cinematografici che trovavano nell'home video l'unico canale per raggiungere gli spettatori italiani.
Una tradizione che ha poi finito per subire le sue obbligatorie mutazioni con l'arrivo delle immagini digitali del dvd, esenti da drop e disturbi dovuti al tracking settato male e che, ulteriormente, sembra aver fatto un ulteriore passo avanti tramite l'alta definizione.
Quindi, considerando il fatto che siamo giunti a Dicembre 2012, è forse giunto il momento di dare uno sguardo ai listini riguardanti le uscite in home video per stabilire cosa visionare - o porre incartato - accanto al luccicante albero addobbato.

Ribelle-The brave (The brave, 2012)
Non possiamo cominciare altro che da questo doppio blu-ray Disney, fornito anche di codice per scaricare la copia digitale dell'ultima meraviglia d'animazione sfornata dalla Pixar di John Lasseter, stavolta dedicata a Steve Jobs.
La storia della coraggiosa Merida, abilissima arciera figlia del Re Fergus e della Regina Elinor, che, determinata a trovare la propria strada, si oppone a una tradizione secolare sacra ai Signori della sua terra, scatenando involontariamente il caos e la furia del regno; per poi vedere anche esaudito il suo sfortunato desiderio quando si rivolge a una vecchia strega. Una storia che, nel mostrare la protagonista impegnata nel tentativo di distruzione di una pericolosa maledizione e nell'apprendere il significato del vero coraggio, non manca neppure di ribadire che le leggende insegnano, perché in esse è racchiusa la realtà... fino a una sequenza a sorpresa posta dopo i titoli di coda.
Una storia la cui magia viene ulteriormente arricchita dai non pochi contenuti extra che, nel solo secondo disco, sfoderano una galleria artistica interattiva, cinque featurette relative alla lavorazione del lungometraggio, otto scene promozionali (di cui tre trailer) e un inizio alternativo.
Mentre il primo, insieme al film, riserva i cortometraggi "La luna" e "La leggenda di Mordu", il commento audio dei registi Mark Andrews e Steve Purcell, del supervisore della storia Brian Larsen e del montatore Nick Smith. Oltre a un approfonditissimo dietro le quinte diviso in ben nove parti (incluse alcune scene estese). Per un Natale ricco di colori, azione, humour, ma anche immancabili sentimenti.

Kramer contro Kramer (Kramer vs Kramer, 1979)
Se parliamo di sentimenti, però, non possiamo fare a meno di citare l'edizione speciale in alta definizione - targata Sony pictures Home Entertainment - di questo classico del filone strappalacrime a stelle e strisce, qui presentato con un interessante dietro le quinte di quasi cinquanta minuti quale contenuto extra.
Diretto da Robert Benton - sceneggiatore di "Superman" (1978) - prendendo le mosse da un romanzo di Avery Corman, Dustin Hoffman veste i panni di Ted Kramer, il quale, abbandonato dalla moglie Joanna, con le fattezze della infallibile Meryl Streep, si ritrova da solo a dover accudire il figlioletto Billy, interpretato da un sorprendente Justin Henry.
Del resto, è in particolar modo alla prova del cast che si deve la riuscita dei circa centocinque minuti di visione, destinati a evolversi con il desiderio della donna di riavere indietro il bambino e a sfociare in un finale inaspettato, dopo la mitica, lunga sequenza del processo.
Circa centocinque minuti di visione che, al fine di affrontare l'allora nuova tematica del divorzio, descrivono efficacemente in che modo una coppia in crisi si confronta con il difficile mestiere di genitore e lo struggente conflitto tra il lavoro e la famiglia.
Non a caso, si aggiudicò ben cinque premi Oscar (miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura, Hoffman miglior attore protagonista e la Streep miglior attrice non protagonista).




I mercenari 2 (The expendables 2, 2012)
Ci spostiamo nell'ambito degli action-movie, sotto il marchio Universal, con quello che, senza ombra di dubbio, si è rivelato uno dei migliori sequel del 2012.
Sylvester Stallone, autore del primo capitolo, lascia il timone di regia al Simon West di "Con Air" (1997) e torna a ricoprire il ruolo di Barney Ross, a capo della possente squadra di mercenari che, questa volta, si trovano costretti a cercare vendetta nei confronti di Vilain alias Jean Claude Van Damme, terrorista responsabile della morte di uno di loro e deciso a cambiare l'equilibrio del mondo.
Quindi, non solo abbiamo Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger maggiormente sfruttati rispetto al capostipite, nel quale si limitarono a una breve apparizione, ma, accanto a Jason Statham, Randy Couture, Dolph Lundgren, Terry Crews e Jet Li (in realtà presente solo per pochi minuti), troviamo anche Liam Hemsworth e Chuck Norris.
Tutti impegnati a fornire l'indispensabile dose di testosterone nel corso di un'ora e quaranta di visione che, a partire dal lungo e coinvolgentissimo prologo, volto a mostrare la squadra immediatamente alle prese con esplosioni, scontri corpo a corpo e inseguimenti, non manca di divertire lo spettatore. Il quale, tra memorabili sequenze come quella della sparatoria sulle note di "Rip it up" di Little Richard o l'altra, ambientata in aeroporto, non può fare a meno di avvertire una certa, sapiente gestione dell'ironia, testimoniata in particolar modo dall'auto-presa in giro e il citazionismo (Schwarzenegger e Willis sfoderano le loro "Torno subito" e "Hippie kay yey", provenienti dalle serie di "Terminator" e "Die hard").
Lo stesso spettatore che, di sicuro, a partire dalle papere sul set e dalle scene eliminate, rimarrà deliziato dai contenuti speciali del disco, spazianti da un making of di venti minuti a un documentario su coloro che, nella realtà, svolgono il mestiere dei protagonisti del film. Senza contare uno sguardo alle armi viste nella pellicola e uno speciale riguardante il cinema d'azione degli anni Ottanta e la sua evoluzione legata ai cambiamenti politici.

La congiura della pietra nera (Jianyu, 2010)
E non è l'azione a mancare neppure in questa novità Tucker Film che, facente parte della collana Far East Film di CGHV, include anche un making of di ventidue minuti e un trailer. Del resto, accanto a Su Chao-Pin, al timone di regia troviamo il maestro delle pallottole volanti dagli occhi a mandorla John Woo per raccontare una vicenda che, ambientata in Cina nell'epoca della dinastia Ming, pone al centro Drizzle alias Kelly Lin: assassina numero uno di una banda nota con il nome di Pietra nera che decide di cambiare vita e, riportati nella sua tomba i resti di un mistico monaco buddista a quanto pare contenenti il segreto per ottenere il potere assoluto e dominare il mondo delle arti marziali, si sottopone a una drastica procedura per alterare il proprio aspetto, muta il nome in Zeng Jing e si trasferirsi nella capitale, dove, come bottegaia e con le fattezze di Michelle Yeoh, s'innamora e diventa moglie del messaggero Jiang Ah-Sheng, interpretato da Jung Woo-Sung.
Quindi, se da un lato - considerata la tipologia di spettacolo e la presenza della Yeoh - è facile associare il tutto sia a "La tigre e il dragone" (2000) di Ang Lee che a "La battaglia dei tre regni" (2009) dello stesso Woo, non è neppure intuire all'interno della trama influenze provenienti dal suo "Face/off-Due facce di un assassino" (1997).
Man mano che il gioco d'identità si rivela orchestrato con abilità tra emozionanti scontri con le spade - addirittura infuocate - magistralmente diretti e alternati in maniera efficace ai momenti di dialogo, suspense, vendetta e immancabili ralenti.
Senza dimenticare tutt'altro che invadenti parentesi ironiche e i sentimenti che, come di consueto, l'autore di "The killer" (1989) dimostra di saper gestire ancora a dovere... fino all'inaspettata sorpresa finale.

Mantide (M.A.N.T.I.S., 1994)
Per gli amanti dei supereroi, invece, CGHV lancia in dvd - sotto il marchio Pulp Video - questo lungometraggio televisivo che, diretto dallo specialista del piccolo schermo Eric Laneuville e pilot di un serial, annovera in qualità di autore del soggetto e produttore esecutivo nientemeno che il Sam Raimi regista della trilogia "Spider-man".
Lo stesso Sam Raimi che, insieme alla Marcia Cross di "Desperate housewives" e "Melrose place", figura anche nel cast di un elaborato che vede Carl Lumbly nella parte di umo scienziato benestante che combatte il crimine e si trova a smascherare un complotto di dimensioni inimmaginabili grazie a una nuova forma di esoscheletro corazzato chiamato M.A.N.T.I.S. (Mechanically Augmented Neuro Transmitter Interception System).
Un elaborato che, proprio come il "Darkman" (1990) firmato dal responsabile della serie "Evil dead", non prende ispirazione da un preciso comic book, ma da diversi fumetti. D'altra parte, come la tipologia di supereroe non può fare a meno di richiamare alla memoria Iron Man (di cui viene anche riciclato il cognome Stark, qui dato al capo della polizia), non sono assenti neppure veicoli volanti e ultratecnologici alla Batman (aspetto dovuto, di sicuro, al fatto che la sceneggiatura porta la firma del Sam Hamm che curò gli script dei due film di Tim Burton riguardanti l'uomo pipistrello).
Tra azione discretamente distribuita e qualche effetto pirotecnico, il fattore atipico dell'insieme è individuabile nella scelta di proporre un supereroe di colore, come anche buona parte dei protagonisti... tanto che si prova l'impressione di assistere a una rilettura in salsa blaxploitation dei cinecomic. Filmografia di Raimi e galleria fotografica nella sezione extra.




Il mistero del falco (The maltese falcon, 1941)
Per cinefili doc, provvede Koch Media a rendere più bello il Natale rispolverando su supporto dvd - per la serie I classici introvabili! - l'esordio alla regia del grandissimo John Huston, già sceneggiatore di non pochi lungometraggi, da "Figlia del vento" (1938) di William Wyler a "Il sergente York" (1941) di Howard Hawks.
Nel suo primo ruolo di rilievo (che, inizialmente, doveva essere di George Raft), Humphrey Bogart è l'investigatore privato Sam Spade, il quale viene incaricato da Ruth Wonderly alias Mary Astor di ritrovare la sorella misteriosamente scomparsa, che, secondo lei, si troverebbe insieme a un tizio con cui portava avanti una relazione.
Da qui, l'uomo si ritrova coinvolto in un fitto intrigo riguardante alcuni avventurieri impegnati in una dura lotta senza quartiere per il possesso di un'antica statuetta di inestimabile valore. Con l'indimenticabile Peter Lorre tra i protagonisti, un lungometraggio che, tratto da un romanzo di Dashiell Hammett e costruito del tutto sulle indagini, privilegia il delineamento dei diversi personaggi, forte dell'ottima prova del cast.
Ha segnato la nascita del mito del "bogartismo".

Gli angeli con la faccia sporca (Angels with dirty faces, 1938)
Sempre per la serie I classici introvabili! di Koch Media, segnaliamo questo capolavoro a firma del Michael Curtiz autore, tra l'altro, de "La carica dei 600" (1936) "Casablanca" (1942).
In questo caso, abbiamo una vicenda di malavita che, allo stesso tempo, è anche l'affascinante racconto su celluloide dell'evoluzione di una profonda amicizia cominciata dall'infanzia: quella tra il sacerdote padre Connelly, con le fattezze di Pat O'Brian, e il gangster Rocky Sullivan, cui concede anima e corpo un eccellente James Cagney - giustamente candidato al premio Oscar, come pure la regia e la sceneggiatura.
Quindi, la contrapposizione tra un male rappresentato da un uomo incredibilmente simpatico e carismatico, tanto da trasformarsi nell'idolo dei giovani delinquenti locali, e un bene incarnato, invece, da un prete capace anche di risultare antipatico.
Con Humphrey Bogart impegnato a ricoprire il ruolo di un losco avvocato che tiene i rapporti tra la malavita e i politici, mentre i circa novantadue minuti di visione (non centododici come erroneamente riportato sulla fascetta) scandiscono con notevole ritmo un meraviglioso, incredibilmente moderno elaborato che, immerso in uno splendido bianco e nero, individua uno dei suoi migliori momenti nella sequenza del lungo assedio attuato dalla polizia ai danni di Rocky.
Fino a un tanto significativo quanto affascinante epilogo che, più di ogni altro elemento, ricorda la grandezza di un cinema morale (e non moralista) di cui, soprattutto oggi, si sente tanto il bisogno.

Melville noir collection (1956/1966)
Infine, per deliziare chi il bianco e nero preferisce gustarselo alla francese, è impossibile non consigliare questo mini-cofanetto Sinister Film costituito da due dischi che, corredati di gallerie fotografiche e trailer cinematografici, contengono ognuno un capolavoro del maestro d'oltralpe del noir Jean-Pierre Melville.
Il primo include "Bob il giocatore", nel quale Robert Duchesne concede anima e corpo all'appassionato di gioco d'azzardo Robert Montagné detto Bob le Flambeur, il quale, rimasto senza soldi, organizza una rapina al casinò di Deauville, ma, preso dal proprio "viziaccio", dimentica l'ora e fa saltare il banco, guadagnando i miliori che avrebbe dovuto rubare.
Il secondo, invece, propone quel "Tutte le ore feriscono... l'ultima uccide" che, nel 2007, è stato addirittura oggetto del rifacimento "Le deuxième souffle" di Alain Corneau, interpretato da Daniel Auteuil e dalla nostra Monica Bellucci.
In questo caso, con un cast di tutto rispetto spaziante da Lino Ventura a Raymond Pellegrin, abbiamo ben due ore e mezza di visione che cominciano con un'evasione seguita da un regolamento di conti tra bande rivali, per poi tirare in ballo la rapina ad un furgone blindato pieno di platino e sfociare in una carneficina.
Tutti gli ingredienti vincenti del miglior noir, per intenderci.

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