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16 Marzo 2006 - Conferenza Stampa
"The Producers: una gaia commedia neonazista"
Intervista al produttore
di Diego Altobelli
Mel Brooks è un mito. E' una icona del cinema, di un certo modo di fare Cinema che negli anni si è andato perdendo. Meglio ancora: Mel Brooks è l'esempio vivente che il Cinema si può vivere, si può interpretare e, attraverso di esso, si può trasmettere la gioia e la forza di un sorriso.
Il suo Cinema ha sempre trasmesso questo: sia nei grandi successi, come "Frankenstein Junior" (che presto diverrà un musical teatrale) o "Mezzogiorno e mezzo di fuoco", sia nei film considerati minori come "Un omo in calza maglia" o le partecipazioni con Ezio Greggio. Il ritratto che ne esce fuori è quello di un regista che non ha mai smesso di voler ridere e far ridere il prossimo, come se l'atto stesso del ridere sia la sintesi migliore di ciò che possiamo chiamare Vita.
Sia che i suoi film, e la sua comicità, piacciano o meno, Mel Brooks è un esempio da prendere a modello. Ci insegna che la vita è follia, e che questo aspetto è il più divertente di tutti.
Quali sono stati i suoi cameo, le sue apparizioni nel film?
Mel Brooks: ne ho tre di parti, ci sono anch'io nel film e se aspettate di vedere i titoli di coda vedrete comparirmi…il primo è quando Bialystock prende un gatto e lo getta dalla finestra ecco, quel gatto sono io (segue verso del gatto)… poi i piccioni di Farrel, il piccione principale sono ancora io… e ancora quando un soldato tedesco dice "unisciti all'esercito nazista" sono ancora io… e infine è mia la voce che invita il pubblico ad andarsene quando il film finisce… Tante parti!
Se dovesse fare un musical oggi, chi prenderebbe in giro più volentieri?
Mel Brooks: sicuramente la guerra in Iraq e la gestione Bush: si chiamerebbe "Le follie dell'Iraq".
Qual è stato il suo successo maggiore? C'è mai stato un momento in cui ha detto: "questo è un flop!"?
Mel Brooks: in America tutto è incentrato sul successo, sono letteralmente ossessionati dall'idea di successo… Il successo che mi ha dato più piacere è stato "Per favore non toccate le vecchiette", è stata una sorta di nascita di un primo figlio…
Perché rifare "The Producers"?
Mel Brooks: Il film uscito nel 1969 era perfetto, ma la sua storia e la sua trama si adattava molto bene ad un musical... Era quasi un bisogno.
I protagonisti del film avevano già partecipato al musical teatrale… come sono stati scelti la Thurman e Farrell?
Mel Brooks: i ruoli principali erano già stati collaudati sul palco e quindi erano già perfetti, pur avendo parti ridimensionate rispetto allo spettacolo di Broadway. La Thurman invece ha impiegato solo dieci giorni per imparare tutta la parte, compresi i balletti e le canzoni!
C'era davvero bisogno di prendere alla berlina la figura di Hitler, o pensa che un film come "La caduta" sia in qualche modo più istruttivo? Parliamo soprattutto riferendoci ai giovani…
Mel Brooks: Hitler era un mostro e credo che quello che deve trasparire al di là di tutto è che era un mostro che ha portato distruzione in tutto il mondo per sei anni… Mostri erano anche i suoi colleghi… Non credo sia un bene che Hitler venga ricordato con la mano tremante come avviene ne "La caduta", credo che possa trarre in inganno una rappresentazione di quel tipo… Lui era un mostro e come tale deve essere ricordato.
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