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The Producers: una gaia commedia neonazista
Dal cinema passando a teatro, per tornare ancora al grande schermo. In principio fu "Non toccate le vecchiette" anno domini 1968, Mel Brooks dietro la macchina da presa e Gene Wilder tra i protagonisti; oggi si torna al titolo originale: "The Producers" e dopo un musical che da Broadway ha fatto eco anche in Italia grazie all'allestimento della Compagnia della Rancia, arriva nelle sale la pellicola della regista/coreografa Susan Stroman, opportunamente doppiata nei dialoghi e sottotitolata nei canti.
La vicenda è quella di Max Bialystock, fulgida stella del musical statunitense sulla via del tramonto - e della bancarotta - fintantoché non ha una rivelazione: si possono fare molti, molti più soldi con un flop piuttosto che con un successo. In coppia con il novello socio, il complessato Leo Bloom, scatta la caccia al peggior copione disponibile sulla piazza (Primavera per Hitler sembrerebbe insuperabile), al peggior regista (un'inquietante macchietta gay con al seguito uno staff da far impallidire i Village People) e infine ai finanziamenti iniziali (gentilmente forniti da tutte le vecchiette Newyorkesi cui Bialystock dedica le sue innumerevoli attenzioni). Il risultato sono due ore di divertimento brillante, colto-citazioniste di tutti i musical più importanti di sempre, con pochi tagli rispetto al copione teatrale e grandi concessioni alle capacità cinematografiche. Scenografie anni '50, visioni, paure e sogni concretizzati dei protagonisti godono della spettacolarità propria della pellicola, trasportando con sé un pubblico anche non del tutto avvezzo al genere. Nel cast appare buona parte dell'allestimento originale cui s'aggiunge Uma Thurman, statuaria, bionda bellezza che interpreta la ninfo-segretaria venuta dal gelo, a cui dovrebbe far capo una vocina stridula e squittente, ma che per cause "naturali" si traduce in un tono da "quasi" contralto di oltre quattro toni più basso rispetto all'originale. Canti (molti) e balli (meno), sono suggellati da una morale conclusiva sul rispetto e necessità dell'amicizia.
Valore insostituibile e vero salvatore, anche perché il lato oscuro della forza e degli imbrogli, in due si segue molto meglio.
La frase:
- "Whether it's Hamlet, Othello or Lear / Keep it gay, keep it gay, keep it gay!"
- "Che sia Amleto, Otello o Re Lear / che sia gay, che sia gay, che sia gay!"
Valentina Pieraccini
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