30 Agosto 2005 - Conferenza stampa
"L'educazione fisica delle fanciulle - The Fine Art of Love"
Intervista al regista, attori e produttrice.
di Andrea D'Addio
Alla conferenza stampa di "L'educazione sentimentale delle fanciulle", primo film presentato in assoluto (Fuori concorso) qui alla 62esima mostra del cinema di Venezia, partecipano il regista John Irvin, la produttrice Ida DiBenedetto, e un nutrito gruppo di attori a partire da Jacqueline Bisset, Eva Grimaldi, Galatea Ranzi e Enrico Loverso.
Come avete lavorato la sceneggiatura di Lattuada per arrivare a questo film?
Irvin: Abbiamo iniziato un anno e mezzo fa. Abbiamo fatto la scelta del cast in base a questa, così come la scelta delle lolcations. Abbiamo però dovuto modificare alcune cose, perché non sempre quello che trovavamo combaciava con qullo che c'era scritto. La sceneggiatura poi è stata riletta e riscritta in alcune parti. E' stato un processo organico, mano a mano che andavamo avanti con il lavoro ci capitava di capire che qualche cosa andava cambiato e adattato.
Avete improvvisato sul momento?
Irvin: No, sapevamo bene quale fosse la nostra destinazione, e ogni giorno giravamo esattamente quello che avevamo decisio di girare, ma a òivello scenografico certe volte vedendo i luoghi dove stavamo abbiamo deciso di cambiare piccole cose. Logicamente con un certo anticipo rispetto ai giorni prefissati scelti per girare quelle scene.
Produzione ambiziosa, c'è sla volontà di fare un cinema "alto" come difficilmente capita di vedere sui nostri schermi?
DiBenedetto: Se non c'è una componente di follia, non si potrebbero fare i film. Pazzia e passione. Passione per il cinema. La mia società c'è da cinque anni, io mi occupo della parte artistica, mia figlia di quella amministrativa. Il nome è Titania, come il personaggio di Sogno di una notte di mezza estate. Lo sforzo economico è stato enorme. Il film è stato prodotto per l'80% con soldi italiani, il resto con una partnership con produttori inglesi e della Repubblica ceca.
A questo punto la DiBenedetto tira fuori le unghie, e anticipando probabilmente una domanda polemica su come lei abbia ottenuto i finanziamenti dal nostro Ministero dei beni culturali (ha avuto una relazione con Urbani…), attacca:
DiBenedetto: I finanziamenti per questo film li ho avuti tanti anni fa quando c'era la Meandri come ministro…
Come mai una storia con una tale potenzialità è stata realizzata solo ora, e non quando Lattuada era vivo?
DiBenedetto: Lattuada bussò a tutte le porte dei produttori per farsi finanziare questo lavoro. A me la sceneggiatura è arrivata grazie ad un amico che l'aveva comprata quando Lattuada ormai già stava male
Nel film i personaggi femminili sono tutte vittime del maschilismo. Non è un po' così anche oggi?
Bisset: Il film è sullo sfruttamento delle donne. Della solitudine, degli abusi, dell'isolamento. Nulla cambia in famiglia, anzi peggiora. Tutte alla fine diventano cattive. Certo, è così un po' anche oggi
Ranzi: E' un film attuale. Situazioni simili, anche se non uguali, continuano ad accadere.Bisognerebbe denunciarle.
Grimaldi: C'è tanta crudeltà in questo mondo. Per entrare nel ruolo è bastato pensare alle tante storie che accadono al giorno d'oggi.
LoVerso: Vittima è colui che vuole esserlo. Se uno vuole, riesce a trovare la forza per ribellarsi. Fare la vittima è una finta, si interpreta una parte
C'è un po' di Magdalene in questo film. A partire dalla scena di nudo….
Irvin: Ho visto Magdalene, ma questo film è completamente diverso. Ho pescato dalla mia infanza per fare questo film. Sono stato in collegio fino ai 18 anni, è stato un periodo difficile. Per andare al cinema dovevo scappare di nascosto. Forse se non lo avessi fatto, non sarei mai diventato regista…
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