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02 Settembre 2006 - Intervista
"The City of Violence"
Intervista ESCLUSIVA al regista e al cast.
di Elisa Giulidori
Ryoo Seung-wan, il regista di Jakpae (The City of Violence), uno dei migliori giovani registi coreani, ci ha concesso un'intervista in esclusiva. L'abbiamo incontrato sulla Terrazza Martini dove ci ha spiegato come, incredibilmente, le scene di combattimenti si girano con una o due camere al massimo e quali sono le tre cose che ama di più nel nostro paese.
Nel suo film ci sono bellissime scene di combattimenti, volevo sapere come le gira, con quante camere?
Ryoo Seung-wan: Solitamente giriamo con una sola camera, al massimo due. Io mi preparo sempre in anticipo la scena che devo girare. Ci penso molto. Studiamo le varie posizione in modo dettagliato. Poi quando siamo sul set controlliamo anche i vari ambienti. Poi un volta girata la tagliamo subito, già sul posto. Studio sempre molto attentamente l'effetto che farà la scena anche dal punto di vista emotivo, non solo scenico.
Utilizzate controfigure?
Jung Doo-hong: Mai. Ci vergogneremmo a far ricorso a delle controfigure. Forse proprio per questo voi occidentale trovate le nostre scene più realistiche. E gli attori possono rendere meglio le scene anche da un punto di vista recitativo, coinvolgere di più lo spettatore.
E si riescono sempre a realizzare le scene come le avevate pensate. Le persone riescono a fare tutte le mosse richieste?
Ryoo Seung-wan: Solitamente sì, perché come dicevo pensiamo molto bene alle scene prima. Ma capita spesso che una volta sul posto succedano delle cose che non avevi calcolato e questo è molto bello. Gli imprevisti sono una delle cose più belle nel girare un film. Anche perché ad un certo punto il film diventa un organismo vivo ed è lui che mi richiede certe cose.
Lei è molto apprezzato nei festival italiani, Far East Venezia, lei che rapporto ha con L'Italia?
Ryoo Seung-wan: L'Italia mi ha dato tre cose: gli spaghetti, la pizza e Sergio Leone. Io lo amo tantissimo e nel mio film ci sono alcune scene in cui ho citato proprio il cinema di Leone.
Nel suo film ci sono molte citazioni a "I guerrieri della Notte", a Sergio Leone come si pone nei loro confronti? (Tra i gruppi ve n'è uno in particolare vestito come giocatori di baseball, identici a quelli di un vecchio film americano sulle bande newyorchesi intitolato I guerrieri della notte. È una citazione o solo una coincidenza?)
Ryoo Seung-wan: Come i bambini che imparano a camminare piano piano ma poi vanno con le loro gambe, così anch'io ho imparato da tanti registi e per me è normale che abbiano lasciato un segno che è poi evidente nei miei film. Per questo non parlerei di citazioni, né di omaggi.
E con Park Chan Wook che rapporto c'è?
Ryoo Seung-wan: Lui per me è stato un grande maestro. Da lui ho imparato come guardare il film, come studiarlo e strutturarlo.
Nel film mostra bande di giovanissime dedite alla lotta, alla violenza. Rispecchia una realtà presente in Corea oppure è solo una scelta filmica.
Ryoo Seung-wan: I bambini crescono così… Certo io ho un po' esagerato, ma volevo mostrare i problemi che lo sviluppo e il capitalismo porta con sé. In Corea questo è un grave problema.
Cosa ne pensa dei registi occidentali che realizzano film utilizzando le arti marziali orientali?
Ryoo Seung-wan: Se questi registi fanno dei bei film ne sono contento. Ma comunque non mi interessa molto, io sono orientale, non sono io che copio.
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