11 Dicembre 2011 - Conferenza
"Sherlock Holmes - Gioco di ombre"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

In occasione dell'uscita italiana di "Sherlock Holmes: Gioco di ombre", sequel dello "Sherlock Holmes" diretto nel 2009 da Guy Ritchie, il regista, affiancato dal protagonista Robert Downey Jr e dai produttori Joel Silver e Lionel Wigram, ha incontrato a Roma la stampa.

In questo secondo "Sherlock Holmes" viene detto che il matrimonio è come l'armageddon; quindi, il punto debole del detective è rappresentato forse dalla donna?
Robert Downey Jr: Eravamo alla ricerca di un modo divertente per giustapporre il fatto che Watson si sposasse, ma, in realtà, Holmes ama le donne, in particolare Irene. Certo, poi il suo rapporto con loro non è che sia facile.

Il vostro Sherlock Holmes è un po' un incrocio tra un supereroe alla Batman e un precursore di James Bond…
Robert Downey Jr: In un certo senso, Conan Doyle è stato il padre dei supereroi, perché il suo Sherlock Holmes un po' lo era. Il nostro è semplicemente un approccio fresco alle storie di mistero.
Guy Ritchie: Sì, anche secondo me Arthur Conan Doyle ha creato un personaggio alla James Bond molto prima di tutti.
Joel Silver: Quando abbiamo avviato il processo di produzione ero molto entusiasta di questa versione alla Ritchie della storia di Holmes. Bond è un prodotto che è diventato seriale, sono arrivati a farne ventitré. Mi auguro di tornare qui davanti a voi, tra qualche anno, a parlarvi di un ventitreesimo "Sherlock Holmes" (ride).

Il fatto di aver scelto per questi due film un autore proveniente dal cinema indipendente fa forse la differenza?
Joel Silver: Penso semplicemente che Guy, come i fratelli Coen o Chris Nolan, sia un regista venuto da fuori e consolidatosi nel sistema hollywoodiano. E' stato un successo e ci ha permesso di avere uno stile fantastico e originale.
Guy Ritchie: Io credo si tratti di un periodo unico per la storia del cinema, perché la produzione indipendente sta accrescendo la sua popolarità, ridimensionando quella dei blockbuster. Questo film ha sicuramente un tocco indipendente, ma avevamo a disposizione anche un po' di quattrini.

In questo secondo episodio si nota una certa importanza conferita al girl power…
Guy Ritchie: Innanzitutto, abbiamo pensato che fosse estremamente importante avere forti personaggi femminili nel film. Purtroppo, per Irene dovevamo operare delle scelte e sapevamo già che dovevamo metterla in disparte, prima o poi. Lo sapevamo già durante la lavorazione del primo film.
Lionel Wigram: Inoltre, vorrei aggiungere che Kelly Reilly ci piace tantissimo.

Come mai questa volta avete concesso spazio al fratello di Sherlock Holmes, che nel primo film era soltanto accennato?
Lionel Wigram: Dovevamo a Conan Doyle l'introduzione del personaggio, era già nei suoi scritti. Secondo noi, oltretutto, Stephen Fry lo interpreta in maniera fantastica.

Nel realizzare questi film, quanto tenete di Doyle?
Robert Downey Jr: Il gioco di ombre, nel suo nucleo, è un'estrapolazione della storia in cui Sherlock Holmes affronta Moriarty. Forse, ci sono venti o più citazioni dai libri in questo film. Io, tra l'altro, sono di quelli che credono non si possa fare meglio di quanto scritto da Doyle.

Nel concepire questo tipo di rilettura del personaggio creato da Doyle, vi siete forse ispirati a quanto fatto già da "La leggenda degli uomini straordinari"?
Lionel Wigram: Io sono sempre stato un fan di quelle storie, ma l'influenza, se c'è stata, è stata involontaria.

Questa volta sembrano maggiormente accentuati il gusto di Holmes per i travestimenti e per il camminare sul lato selvaggio della strada…
Guy Ritchie: Il cappello tipico mi sarebbe piaciuto averlo, ma non dovevamo rifarci all'estetica inconografica e più conosciuta, perché ciò non era presente neanche nelle idee originali di Doyle, si tratta di un elemento aggiunto in seguito.
Robert Downey Jr: Anche la mantellina è stata aggiunta dopo, non è una caratteristica segnalata da Doyle. Io, comunque, ho spinto molto sul travestitismo del personaggio, ne volevo almeno cinque diversi, compresa la disgustosa versione che mi trasforma in una donna orribile (ride).

Tra Sherlock e Watson sembra molto sottolineato il fatto che non vi sia soltanto una relazione di amicizia, ma quasi un sottotesto di omosessualità latente…
Lionel Wigram: Noi ci siamo semplicemente ispirati ai libri di Doyle (ride).

L'alchimia che c'è tra Holmes e Watson è forse presente anche tra Robert Downey Jr e Jude Law?
Guy Ritchie: Un regista una volta ha detto che il 90% della regia di un film è costituito dal casting. C'è voluto un po' di tempo prima che arrivassimo a trovare il partner adatto per Robert.
Robert Downey Jr: Jude non può essere qui perché ora è impegnato a Londra nelle riprese di "Anna Karenina" di Joe Wright. Non credo che saremo stati qui a parlarvi di questo secondo film se le persone non avessero reagito positivamente al casting effettuato da Ritchie.

Cosa spinge Robert Downey Jr a continuare a seguire le serie di "Sherlock Holmes" e "Iron man"?
Robert Downey Jr: Siamo alla ricerca anche di altre storie da portare sullo schermo, perché l'eroe d'azione vorrei farlo all'infinito, ma fino a quando potrò reggere ancora con l'aspetto di uno che non deve andare in pensione?

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