15 febbraio 2002 - Conferenza stampa
Russell Crowe
Intervista con l'attore di "A beautiful mind"
di Valeria Chiari
In America ha incassato fino ad oggi 120 milioni di dollari e in Italia uscirà in 250 copie. Il nuovo film di Ron Howard "A beautiful mind" è già stato premiato con 4 Golden Globe e coronato da 8 nominations agli Oscar di quest'anno, tra cui quella come Migliore Attore a Russell Crowe, straordinario interprete del geniale matematico John Forbes Nash, uomo eccentrico e affascinante dalle geniali intuizioni, la cui vita rischiò di venire annientata dal sopraggiungere della schizofrenia. Russell Crowe è tornato in Italia per parlare del film e del suo indimenticabile personaggio.
Un personaggio complesso quello di John Forbes Nash. Cosa l'ha aiutata a capire ed entrare meglio nel ruolo?
Considerando la totale assenza di informazioni per il periodo della sua lotta contro la schizofrenia, 35 anni, si trattava soprattutto di costruire la sua vita dividendola in due parti: la sua giovinezza e cioè gli anni prima della malattia e l'età matura. Ho avuto a disposizione solamente 17 fotografie in bianco e nero di Nash da giovane e ho dovuto fare molte ricerche sulla malattia studiando anche i cambiamenti fisici che causa nelle persone colpite. Mi aveva impressionato molto una sua fotografia scattata a 20 anni in una piscina, il suo fisico scattante e muscoloso rivelava una salute sana e robusta. Nelle fotografie di qualche anno dopo, la malattia lo aveva come rimpicciolito, ristretto. Ho preso molti spunti anche dall'autobiografia di Silvia Nasar, e ascoltato i ricordi di alcuni colleghi di Nash.
Sul set ad un certo punto è arrivato il vero John Nash, una fonte di informazioni fondamentale...
Si, certo, ma in realtà quando Nash si è presentato sul set, al 3º giorno delle riprese, avevamo già approfondito molto i personaggi. Inoltre lui era il Nash adulto e ispirandomi a quel modello per il personaggio degli anni universitari avrei anticipato troppo gli elementi della malattia della sua maturità. John Nash veniva spesso a trovarci durante le riprese, passeggiava e si avventurava tra i cavi e le luci del set. Ho avuto molte occasioni per parlare con lui. Succedeva spesso che rispondesse alle domande dopo aver riflettuto a lungo e considerato tutte le diverse opportunità: alcuni di questi episodi mi hanno molto rassicurato sulle deduzioni alle quali ero arrivato prima di incontrarlo, costruendo il personaggio.
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