29 Agosto 2008 - Conferenza stampa
"Puccini e la fanciulla"
Intervista al regista e al cast.
di Federica Di Bartolo

Si è svolta al palazzo del Casinò la conferenza stampa del film "Puccini e la Fanciulla" presentato nella sezione "Fuori Concorso" della 65esima edizione del Festival di Venezia. A rispondere alle domande del pubblico erano Paolo Benvenuti (director) e Paola Baroni (director), cui si deve la realizzazione del soggetto e la sceneggiatura, Mirco Mencacci (sound designer), Tania Squillaro (attrice che interpreta Doria Manfredi), Riccardo J Moretti (attore nel ruolo di Giacomo Puccini), Giovanna Daddi (attrice nel ruolo di Elvira), Federica Chezzi (attrice nel ruolo di Giulia), Debora Mattiello (nel ruolo di Fosca), Luca Lunardini (Mayor di Viareggio), Ugo di Tullio (Presidente di Mediateca Regionale Toscana Film Commission), Massimiliano Simoni (Presidente della Fondazione del Festival Puccini).

L'estetica del film. Le immagini sono molto diverse da quelle delle pellicole precedenti, si ha la sensazione di vedere una serie di quadri. Che tipo di lavoro c'è dietro e quali sono state le scelte estetiche relative all'immagine?
Paolo Benvenuti: Dovendo parlare di storia nelle mie opere ho sempre tentato di ricostruire lo sguardo di allora e in questo caso mi sono affidato ai Macchiaioli della seconda generazione, che erano amici di Puccini e abbiamo studiato la luce, i colori e le emozioni dei loro quadri.

Come vi siete mossi in merito alla ricerca?
Paolo Benvenuti: Anche questo film come gli altri è stato frutto di approfondite ricerche e in questo caso sono passati ben 7 anni di ricerche storiche non solo d'archivio, ma anche sul mondo di quel lago ai tempi di Puccini. Mio nonno mi portava a caccia con sé e fin da piccolo ho amato quei luoghi, inoltre lui era anche un cultore di musica lirica per cui mi faceva ascoltare la musica di Puccini mentre ero in barca con lui. Mi ha fatto capire come quei luoghi fossero pregni della musica di Puccini. L'idea principale è far capire che quei luoghi sono intrisi della musica del maestro. C'è da sottolineare però che noi abbiamo fatto un film su Doria Manfredi e non su Puccini, inoltre volevamo che fosse il lago a raccontare una delle sue storie più importanti. Il lago Massaciuccoli è una zona lagunare e volevamo far capire come lo stesso lago si portasse dentro la sua storia.

Alcune immagini del film richiamano alcune scene della pellicola ritrovata di Giacomo Puccini, qual è stata l'emozione del ritrovamento?
Paolo Benvenuti: E' stata un'emozione straordinaria, aprire quella valigia, in fondo ad essa c'era una scatola di biscotti, all'inizio non vi abbiamo fatto caso pensando che vi fossero cianfrusaglie poi però l'ho presa in mano ed ho sentito il peso e la consistenza di una pizza cinematogragica. L'abbbiamo aperta e abbiamo trovato la pellicola tutta appiccicata, ne abbiamo tirato su un lembo e abbiamo intravvisto in un fotogramma Puccini al pianoforte. L'abbiamo subito portata a Roma in un laboratorio di restauro. Per quanto riguarda le immagini del film e della pellicola, la scena di caccia l'avevamo scritta prima del ritrovamento e quando ce ne siamo accorti volevamo tagliarla per non sembrare che l'avessimo copiata e invece alla fine l'abbiamo lasciata. Per noi è importante perché è la dimostrazione che abbiamo girato come poteva girare un'operatore dell'epoca.

Quale lavoro ha fatto per diventare Puccini dato che lei è un musicista e non un attore?
Riccardo J Moretti: Ci sono voluti due anni intensi di lavoro dato che io non sono un attore ma un musicista per il cinema ed insegno il mestiere al conservatorio di Parma. Paolo Benvenuti e Paola Baroni mi hanno insegnato a togliere tutti gli stereotipi che ha un musicista sul palco, ad esempio dopo la scena in cui Elvira getta lo scialle in faccia a Puccini, io vado al pianoforte e resto immobile a suonare. Molti sostengono che la mia somiglianza con Puccini sia sconcertnte perfino quando ero ragazzo al conservatorio di Lucca tutti mi chiamavano Giacomo e non Riccardo.

Il film è privo di parole e quelle che ci sono in genere sono cantante, perché sono stati scelti quei brani?
Paola Baroni: Il primo pezzo è per la fisarmonica e con esso viene presentato Emilio, il padre di Giulia ed è un valzer di mezzanotte. C'è poi "Rondinina" che è un brano anonimo come accade spesso nella cultura popolare dopo qualche anno qualcuno lo registra o lo scrive, ma è difficile trovare l'autore. Nella zona di Massa Rosa non è stato facile trovare i brani, il pezzo più antico è per banda e risale all'Ottocento, quindi alla fine mi sono rivolta all'istituto De Martino. "Rondinina" si accorda perfettamente con il film e sembra fare da controcanto al gesto di Puccini. Poi c'è il "Canto delle Lavandaie" è un testo goliardico che pare risalga al Medioevo e poi abbia subito diversi rimaneggiamenti. Infine c'è "Il mio amore è andato a soggiornare" scritto dallo Shubert italiano a metà dell'Ottocento. Per quanto riguarda la cantante di quest'ultimo brano Federica Chezzi è stata scelta perché canta con un gruppo di musicisti toscani ed ha la naturalezza e spontaneità che cercavamo.

Questo è un film filologico, dunque come si inserisce all'interno del Festival pucciniano?
Massimiliano Simoni: Noi siamo orgogliosi di tale produzione soprattutto ora che è il 150° anniversario della nascita di Puccini. E' un film di alta qualità che ha coinvolto tutto il territorio del lago Massaciuccoli. Il 2010 sarà inoltre il centenario di "La fanciulla del West" e vorremmo creare una produzione che vada in giro e magari cercheremo così di far conoscere la pellicola.

E' un film sulla lotta di classe?
Paolo Benvenuti: Non è un film sulla lotta di classe, ma sui rapporti di classe. Nel 1900 la gente intorno al lago viveva nelle capanne e si sostentava di caccia e pesca, l'arrivo di personaggi importanti come il Marchese Ginori e di Puccini (arrivò in sordina perché non aveva tanti soldi che accumulò però in quel periodo) fu davvero un grande cambiamento. Il vivere accanto a tutto quello sfarzo fece sì che molti diventassero inservienti di tali famiglie.

A chi è destinato il film?
Paolo Benvenuti: E' destinato al pubblico che ama la musica lirica perché "La fanciulla del West" è effettivamente poco apprezzata dai pucciniani. Noi volevamo far capire l'importanza di tale opera e la sua modernità. La musica che nel film viene suonata da Puccini è sata composta nel 1912 da Carignani ed è una riduzione per pianoforte di "La fanciulla del West".

Si aspettava questi attacchi dagli eredi di Puccini?
Paolo Benvenuti: No, francamente non ce l'aspettavamo da parte di Simonetta Puccini, il film è frutto di un lavoro attento e filologicamente corretto. I ragazzi della Scuola di Cinema di Viareggio avevano elaborato un soggetto di sceneggiatura e avevo detto che non si poteva fare, perché le tesi sostenute non erano documentate, poi fortunosamente le loro tesi sono state convalidate dai documenti ritrovati nella valigia.
Paola Baroni: I ragazzi comunque ci hanno sempre affiancato durante la lavorazione del film facendoci da assistenti. E' stato comunque fatto un grosso lavoro a livello di suono da parte di Mirco Mencacci.
Mirco Mencacci: Io mi sono sentito lusingato quando Benvenuti è venuto da me e mi ha detto che aveva scritto questa sceneggiatura per me. Al momento la figura del designer del suono non esiste in Italia, ma mentre loro scrivevano la sceneggiatura io pensavo a come avvicinarmi ad uno dei miei miti, certo con umiltà, ma come rendere la sua melodia, i suoi timbri. Ho lavorato quindi su due fronti usando il sistema di ripresa sonora che ho usato in altri lavori e anche quello di ripresa diretta utilizzando i sistemi di registrazione adottati per la musica classica. Questi ultimi infatti danno uno standard diverso, il mio scopo era portare lo spettatore all'interno della scena e della musica. E' stato molto complesso e difficile perché attualmente il lago è circondato da autostrade e da suoni moderni, pertanto cercare il suono dell'Ottocento è stato un lavoro abbastanza complesso.

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