29 Gennaio 2010 - Conferenza
"Paranormal Activity"
Intervista al regista.
di Francesco Lomuscio

Reduci dall'inaspettato successo riscosso dal loro piccolo film "Paranormal activity", horror divenuto un vero e proprio caso al box office americano come già accaduto a fine anni Novanta per "The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair", il regista Oren Peli e il produttore esecutivo Steven Schneider sono approdati a Roma. Li abbiamo incontrati per scambiare qualche battuta.


A dieci anni di distanza da "The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair", perché, secondo voi, un'operazione come "Paranormal activity" riscuote così tanto successo?
Steven Schneider: Il fatto che il film abbia avuto tanto successo è di sicuro riconducibile all'esecuzione del progetto e, soprattutto, alle performance degli attori, che hanno cercato di apparire il più naturali possibile. Non abbiamo mai pensato di proporlo come falso documentario, non abbiamo negato che fosse reale ma neanche rinnegato la realtà del film. Comunque, ho imparato che il pubblico apprezza l'illusione di credere che ciò che sta accadendo alle persone sullo schermo sia vero.

Prima di fare il regista, sappiamo che Oren ha lavorato nell'ambito dei videogame…
Oren Peli: Sì, tra l'altro, sono stato uno dei programmatori della versione per pc di "Mortal kombat 3". Mi sono occupato soprattutto di programmi per videogiochi e di un programma per la loro colorazione. Un'esperienza che mi è stata poi utile quando mi sono trovato a curare il montaggio ed altri aspetti del film.

Come mai, per esordire, proprio un horror?
Oren Peli: In realtà, non è che io abbia deciso di esordire dirigendo un film horror, volevo solo realizzare qualcosa che mostrasse cosa succede la notte, mentre stiamo dormendo. Ovviamente, tenendo in considerazione l'argomento, ne è venuto fuori un film dell'orrore.

Pensate che l'horror e il fantastico siano due generi che possano spingere a riflettere sulla realtà quotidiana?
Oren Peli: In realtà, più che un horror considero il mio film un thriller psicologico. Ho voluto raccontare di una coppia realistica che si vuole bene, non come quelle patinate che vediamo nelle produzioni hollywoodiane. Una coppia la cui stabilità, però, viene distrutta da questa presenza, la quale prende di mira uno dei due in particolare.

Sappiamo che il finale originale del film non è quello che è stato montato nella versione del film distribuita nei cinema. Come sono andate le cose con Steven Spielberg?
Oren Peli: In origine, avevamo un accordo con la Dreamworks per fare un remake di "Paranormal activity" e, sebbene l'idea di girare un film per Spielberg mi piaceva, la mia preferenza era quella di permettere al mio originale di uscire in sala. Quindi, abbiamo fatto una proiezione e dato il film a Spielberg, il quale ne è rimasto spaventato e lo ha amato tanto da abbandonare l'idea del remake, spingendoci, però, a girare un finale diverso. Io apprezzo entrambi i finali; ovviamente, quello originale aveva tutt'altro senso, ma questo della versione distribuita in sala ha un maggiore impatto horror.

Pensate che un budget superiore avrebbe giovato all'operazione?
Oren Peli: Per un progetto come questo, non credo che un alto budget sarebbe stato utile, perché, con ogni probabilità, avrebbe reso meno realistico il racconto.

Ora che è in cantiere "Area 51", quali differenze si riscontrano tra il lavorare con un basso budget e il fare un film con una grossa produzione alle spalle?
Oren Peli: La nostra politica non prevede di parlare dei progetti futuri (ride).

Ma almeno questi alieni fanno paura?
Oren Peli: Lo scoprirete quando vedrete il film (ride).

Tra l'altro, sappiamo che avete in progetto anche un "Paranormal activity 2". Sapete già quale sarà il budget?
Steven Schneider: Come già precisato da Oren, in genere non parliamo dei nostri progetti futuri. Comunque, il budget ancora non è stato deciso.

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