61°edizione del Festival di Locarno 2008


Locarno 2008: vincono diversità e impertinenza.

Cala il sipario sulla 61°edizione del Festival di Locarno 2008, "un capitale sicuro" per la Svizzera, come l'ha definito il Presidente Marco Solari e che ha visto anche quest'anno presenze record di pellicole e spettatori.
La splendida e suggestiva Piazza Grande ha fatto ancora da sfondo per una kermesse che rivendica la sua indipendenza, e che col passare degli anni sa farsi apprezzare e seguire sempre di più.
Più che una semplice rassegna cinematografica, Locarno è diventato negli anni crocevia di stili e culture, terreno fertile per nuove "voci" e talenti nascosti.
Ecco che quindi il premio più ambito, il Pardo d'Oro di Miglior Film, viene attribuito, neanche tanto a sorpresa, alla pellicola messicana "Parque Vía" dell'esordiente Enrique Rivero.
La giuria, presieduta quest'anno da registi come Paolo Sorrentino e Masahiro Kobayashi (vincitore del Pardo per la miglior opera, proprio l'anno scorso con "The Rebirth") sono rimasti incantati di fronte alla semplicità narrativa del regista di "Madrid".
Il ritratto del Messico di oggi, diviso tra ricchi e poveri, che si intrecciano al divario tra bianchi e "indios", visto attraverso lo sguardo di un individuo, e dunque di un popolo intero, ha commosso tutti.
Una pellicola coraggiosa, che combina meravigliosi tagli documentaristici alle finzioni di scena, ma che non perde mai di vista il vero, sentito messaggio di "denuncia" nei confronti di una società, sempre più ai margini.
Temi importanti come detto e che ritroviamo anche nell'altra "sorpresa" di quest'anno, "Mar Nero".
Federico Bondi, anch'esso al battesimo del lungometraggio, riesce a raccontare una storia tutta al femminile, fatta di solidarietà e di complicità.
Le differenze di ceto, cultura, vita, qui invece si fanno largo, per dare spazio a sentimenti genuini di condivisione e di incontro, tra una signora fiorentina e una badante romena.
Ecco che il Premio per la miglior interprete femminile, assegnato proprio a Ilaria Occhini, per il film del regista toscano, non sorprende affatto, ma è anzi meritatissimo.
La pellicola vince anche altri due riconoscimenti importanti, il terzo premio della Giuria dei Giovani e il Premio della Giuria Ecumenica.



La diversità, ben rappresentata, anche dal "folle" viaggio di Giovanni Piperno e di Cimap, va a contrapporsi all'altro fill rouge di questa edizione, l'impertinenza.
Dal "soffocamento" (Soffocare - Choke) di Clark Gregg, tratto dal romanzo dell'autore cult Chuck Palahniuk, fino alla monumentale retrospettiva di Nanni Moretti, che Locarno gli ha dedicato, e che nei giorni finali del festival lo ha visto essere meno "autarchico", ma più ficcante che mai, sono alcuni degli esempi più lampanti e significativi.

Ma c'è da segnalare il grande ritorno del cinema polacco al festival, come non accadeva dai tempi di Janusz Zaorski, con il Premio Speciale della Giuria a 33 Scenes from Life di Malgoska Szumowska, che nel tracciare inquietudini e solitudini dovute a un lutto, riesce a farsi apprezzare per lucidità e grande forza di racconto.
Premio per la Miglior Regia è andato invece al regista franco-canadese Denis Côté per "Elle Veut le Chaos", abile esplorazione di personaggi in bilico, sospesi in vortici di fragilità e improvvisi disagi.
Pardo per la Miglior interpretazione maschile va a Tayanç Ayaydin per il film "The Market - A Tale of Trade" del regista Ben Hopkins, favola moderna turca, piena di humour e poesia.
Menzioni speciali, infine, per "Feast of Villains" del regista cinese Pan Jianlin e per "Daytime Drinking" del sudcoreano Noh Young - Seok.
Chiudono il palmarès il Pardo d'Oro nella sezione Cineasti del Presente, andato alla pellicola svizzera "La Forteresse" di Fernand Melgard, la miglior Opera Prima, attribuita all'austriaco März di Händl Klaus, il Pardino d'Oro nella sezione Pardi di Domani, vinto dal brasiliano "Des Elefantes" di Eva Randolph e il Premio del Pubblico assegnato a "Son of Ranbow" del regista Garth Jennings.
La delusione per la mancata presenza di Anjelica Huston, attesa per ritirare l'Excellent Award di quest'anno, si è presto placata, grazie al già annunciato Pardo d'Onore per il regista israeliano Amos Gitai, che a Locarno ha deliziato il concorso con il suo ultimo lavoro (adattamento cinematografico del romanzo autobiografico di Jérome Clément, Presidente del canale tv Arte), "Plus Tard tu comprendas".

L'Italia, oltre al riconoscimento per "Mar Nero", raccoglie applausi sinceri per Alessandro Baricco e la sua "Lezione 21", che sinceramente avrebbe meritato il Concorso Internazionale, ma soprattutto alla sezione Ici&Aiileurs, con i documentari di Gabriele Salvatores (Petites Historias das Crianças) sul Progetto di Inter Campus (scuole calcio sparse per tutto il mondo per ragazzi in difficoltà) e al già nominato Cimap, cui si aggiungono i lavori di Silvio Soldini (Quattro giorni con Vivian) e di Gianfranco Pannone che con il suo Sol dell'Avvenire, primo film italiano ad indagare le radici ideologiche e politiche del terrorismo di estrema sinistra, non ha fatto mancare inevitabili polemiche.

Ora il Pardo va in vacanza, ma l'eco della Piazza è ancora Grande.


Andrea Giordano

FilmUP

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