26 Febbraio 2009 - Conferenza
"Live! - Ascolti record al primo colpo"
Intervista al protagonista.
di Andrea D'Addio

A Roma, per presentare "Live!-ascolti record al primo colpo", è arrivata Eva Mendes, protagonista, nonché produttrice esecutiva della pellicola. Per l'attrice trentaquattrenne nata a Miami, ma originaria di Cuba, il 2008 è stato l'anno della consacrazione: tanti film, l'accordo per diventare testimonial della casa di cosmetici Revlon e il discusso spot sexy per Calvin Klein. Per la classifica di Maxim del 2008 è la settima donna più sexy del pianeta. In "Live!" le sue armi di seduzione sono al servizio del obiettivo: convincere il network per cui lavora a produrre un reality show incentrato sulla roulette russa. O vinci o muori sparandoti alla tempia.

Cosa l'ha convinta a partecipare a "Live!" ?
Eva Mendes: Mi è sembrata una proposta provocante. Mi piaceva l'idea di fare parte di un lavoro che inducesse alla riflessione, di un qualcosa che fosse stimolo, una volta usciti dalla sala, per discussioni. Ad Hollywood ogni anno vengono prodotti tanti blockbuster, grandi film cui partecipo sempre con gioia e orgoglio, ma pochi di questi trattano di tematiche così scottanti e attuali. E' questa la ragione per cui sono in Live!

Insomma, il film dopotutto non è così lontano dalla realtà…
Eva Mendes: Sì, è disgustoso come certi programmi facciano credere di prendersi cura dei partecipanti e invece manipolano le loro vite personali, mettendo in piazza le loro angosce emotive e per aumentare gli ascolti. Certo, è difficile capire chi sia il vero colpevole tra chi fa, produce o vede la tv. Se ci pensate persino Jade Goody, ex del Grande Fratello inglese, malata di cancro, ha venduto i diritti televisivi delle sue nozze.


Pensa che il film qui in Italia susciterà le polemiche del Vaticano?
Eva Mendes: Non saprei, comunque spero di no, adoro Roma e spero di poterci tornare e di essere la benvenuta.

Quanto il perbenismo americano entra nei costumi statunitensi?
Eva Mendes: In America siamo sopraffatti dal puritanesimo. La censura si opera contro scene sessualmente provocanti, ma non contro contenuti ben più volgari come quelli prodotti da tanta televisione. Il mio spot per Calvin Klein è stato censurato, mentre programmi come il Jerry Springer show continuano ad essere trasmessi da vent'anni. La cosa peggiore del piccolo schermo è proprio questa: l'intenzione di cercare ad ogni costo la polemica, il litigio, sollecitare la curiosità dello spettatore verso i sentimenti privati. Quando c'è perdita di integrità. Probabilmente in giro per il mondo ci sarà qualche dirigente televisivo che dopo aver visto Live! sarà tentato di produrre davvero un reality sulla roulette russa.

Come si è avvicinata al ruolo della cinica produttrice televisiva?
Eva Mendes: Ho attinto a tutte le mie esperienze di persona, cercando poi di carpire anche il cinismo che regna nel mondo televisivo, senza però farne una parodia.

Che ne pensa dei serial americani, l'altra faccia del piccolo schermo?
Eva Mendes: Sì, la televisione non è solo un contenitore di brutti programmi, ci sono anche reality buoni come "Project runaway" dove la creatività è al centro di tutto e molti serial che apprezzo e seguo costantemente come "Mad men" e "Damages".

Live parla di ciò che si è disposti a fare pur di arrivare al successo. Lei ha qualche rimpianto su qualche scelta passata fatta per arrivare alla celebrità?
Eva Mendes: Penso che gli errori facciano parte della propria crescita, quindi non ho rimpianti. Guardandomi indietro, anche le tappe sbagliate penso siano state fondamentali per arrivare dove sono ora.

Se non avesse fatto l'attrice?
Eva Mendes: Probabilmente avrei fatto l'arredatrice di interni, è una passione che ho da sempre e che avrei voluto sviluppare ancor di più di quanto, privatamente, ho fatto giusto quando ho dovuto pensare alla mia abitazione.

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