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05 Aprile 2011 - Conferenza
"Limitless"
Intervista a Bradley Cooper.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita italiana di "Limitless" di Neil Burger, nel quale recita accanto a Robert De Niro, il protagonista Bradley Cooper ha incontrato a Roma la stampa.
Se esistesse una pillola come quella vista nel film, capace di renderti più potente e più intelligente, cosa faresti?
Bradley Cooper: La prenderei (ride). Scherzi a parte, è una questione veramente interessante ed è l'elemento trainante della storia. E' una domanda difficile a cui rispondere, ma spero di essere riuscito a rendere la situazione reale, in modo da condurre gli spettatori verso un'analisi del problema.
Quando eri uno studente dell'Actors Studio hai avuto l'opportunità di rivolgere delle domande a Robert De Niro durante una lezione. Come è stato, ora, incontrarlo sul set?
Bradley Cooper: Il rapporto con Robert è stato fantastico. In verità, più che parlare del lavoro o del film, parlavamo di mozzarella. Durante le riprese, Bob era ossessionato dalla necessità di trovare la miglior mozzarella di Philadelphia ed io, essendo originario del posto, ho preso la ricerca a cuore. Ogni mattina, quindi, trovavo nel mio camper tre mozzarelle da assaggiare e, con sicurezza, posso dire che quelle di un negozio che si chiama "Caruso" sono le migliori (ride).
Inevitabilmente, la tua popolarità ti ha portato anche all'attenzione della cronaca rosa…
Bradley Cooper: Di sicuro, è un male necessario, perché, se oggi sono a Roma a parlare con voi di un film di cui sono incredibilmente orgoglioso, è il prezzo da pagare.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate durante le riprese di "Limitless"?
Bradley Cooper: Quello di Eddie è stato un personaggio complesso e incredibilmente impegnativo, in quanto in costante cambiamento. E' vero che nel cinema non capita mai di lavorare con una consecutio temporale precisa, ma questa volta è stato più difficile.
In un panorama come quello di una società in continua corsa per il successo, quanto può essere pericoloso e seducente desiderare di essere completamente senza limiti?
Bradley Cooper: L'aspetto veramente pericoloso della società odierna è la costante spinta ad eccellere, la spinta alla vittoria a tutti i costi. E non mi riferisco solamente agli Stati Uniti, credo si tratti di un fenomeno sempre più globale.
Rispetto al romanzo The "Dark Fields" di Alan Glynn,da cui è tratto, il film ha un finale del tutto diverso, il quale sembra lasciare una porta aperta ad un eventuale sequel…
Bradley Cooper: Si, c'è un'apertura, una possibilità di continuare il discorso, ma non credo che si stia lavorando in questa direzione, in quanto la modifica del finale, reso decisamente più positivo rispetto a quello del libro, è dovuta semplicemente al fatto che si voleva che il film terminasse con la stessa ironia e leggerezza con cui era iniziato.
La tua carriera deve molto alla televisione; oggi torneresti a lavorarci?
Bradley Cooper: Amo la televisione e non mi vergognerei mai di accettare nuovamente un lavoro di questo tipo. Che si tratti di teatro, televisione o cinema, per me non ha alcuna importanza, l'importante sono gli elementi che compongono il lavoro che vado ad affrontare, da chi scrive la storia a chi la dirige e produce. Amo la televisione e non mi vergognerei affatto di accettare di nuovo un prodotto per il piccolo schermo. Diciamo che mi piacerebbe partecipare a "Mad Men", anche se il mio serial preferito rimane "Lost".
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