04 Dicembre 2009 - Conferenza
"Il riccio"
Intervista alla regista e al cast.
di Federico Raponi
Presenti la regista Mona Achache e le attrici Josiane Balasko e Garance Le Guillermic, all'ambasciata francese a Roma si è svolta la conferenza stampa di presentazione del film "il Riccio".
Ci racconta il suo incontro con il romanzo, quali sono state le impressioni e come ha costruito il personaggio?
Josiane Balasko: ho letto prima la sceneggiatura e in seguito il libro, del quale non avevo neanche sentito parlare. L'ho trovato interessante, e mi ha aiutato a capire i dettagli dei personaggi e il loro passato, il doppio volto della donna che dovevo interpretare e il mistero di cui si circonda per nascondere la sua sete di cultura e conoscenza. Da un lato ha un aspetto duro agli occhi di chi non la consce, come appunto gli aculei di un riccio, a dall'altro è sofisticata nella scelta dei libri e dei film.
Non avete avuto l'idea di cambiare il finale?
Josiane Balasko: (scherzando): mi sarebbe piaciuto molto, per poter poi fare "il Riccio 2".
Mona Achache: i fan di Josiane si sono arrabbiati molto! A cambiarlo non ci ho pensato affatto, trovavo bello proprio il fatto che la morte del suo personaggio portasse vita a quello di Paloma. Ho lavorato molto per capire cosa succede dopo, il messaggio che dà, ossia la voglia di vivere.
Rispetto al libro, perché l'idea del passaggio - per la protagonista - dal diario alla videocamera, ai disegni e all'animazione?
Mona Achache: il libro è molto letterario, dovevo trovare il modo di trasporlo, e così come la scrittrice utilizza le parole io lo faccio con le immagini, così come la protagonista scrive molto bene anche l'uso che fa della videocamera è serio e con la stessa precisione. Nel libro c'è una poesia nello stile di cui ho voluto comunque mantenere il medesimo spirito.
Nei disegni c'è una sottolineatura dell'elemento tattile...
Mona Achache: volevo sfuggire al tranello del troppo parlato, quindi ho puntato sulla vista, dall'arredamento al tatto.
Il cambio del titolo?
Mona Achache: è lo stesso ovunque esca.
Conosce coetanee simili al suo personaggio?
Garance Le Guillermic: no, e per immedesimarmi ho lavorato molto con Mona per capire il personaggio, che è molto duro, non mi somiglia per niente.
Come ha scelto Le Guillermic?
Mona Achache: avevo circa 230 bambine in video, ma dopo averla vista - tra l'altro si chiama come mia figlia - ho capito che era lei e non ho voluto vedere nessun'altra. La sua aria determinata mi ha convinto, e nei provini la battuta "sono molto intelligente" nelle altre mi risultava fastidiosa, mentre in lei sembrava quasi come una scusa, molto disarmante.
A Balasko ci ha pensato subito?
Mona Achache: (scherzando): mi fa ancora molta paura. Conosco il suo lavoro e il suo impegno, fin dalle prime pagine del libro ho pensato a lei. Poi mi sono costretta a smettere, perché se avesse rifiutato sarebbe crollato tutto. Avevo due timori: l'essere intimidita dal presentarmi come una studentessa, perché potevo sembrare sua figlia, e poi che l'incontro tra noi non funzionasse. Non amo i rapporti di forza, e il fatto che potessimo non andare d'accordo. Invece il clima è stato disteso. Ho trovato divertente la sua trasformazione da donna ruvida a sensibile.
Riguardo ai lettori del romanzo?
Mona Achache: ho incontrato l'autrice, che mi ha dato l'accordo. Lei crede che letteratura e cinema siano due cose separate e il film non le interessava proprio, è andata a vivere in Giappone e non l'ho più incontrata. Il libro è stato molto letto, amato o meno, e credo che sia la stessa reazione che susciterà il film. Libro e film sono diversi, pur introducendo dei cambiamenti ho tentato però di preservare le impressioni che il primo mi ha suscitato e quello stesso spirito.
Alle attrici: come vi siete trovate lavorando insieme?
Josiane Balasko: (scherzando): le ho dato tanti schiaffoni, innanzitutto. Parlando seriamente, è andata benissimo, Garance ha una grande capacità di concentrazione come il suo personaggio. L'unico problema è che non le piace la cioccolata (nel film le due la mangiano, ndr).
Garance Le Guillermic: all'inizio ero un po' impressionata. Rispetto Josiane: è famosa ma non snob, mi ha fatto sentire subito a mio agio.
Che strada prenderà ora, continuerà con il cinema?
Garance Le Guillermic: è la mia passione, mi piace recitare e ci si sente come in una grande famiglia. Quindi perché no? Contemporaneamente vorrei fare la giornalista, magari le due cose insieme: nulla è sicuro nella vita.
Quali sono i suoi gusti cinematografici?
Garance Le Guillermic: non so quale sia il mio film preferito. Mi piacciono "Les Enfants du Paradis", Hitchcock, "Vacanze romane", "Twilight", nel cinema le storie sono varie e a me piacciono tutte.
Ha avuto soggezione davanti al lavoro letterario?
Mona Achache: quando ne ho ottenuto i diritti, il libro ancora non aveva avuto il grande successo, che è arrivato mentre scrivevo la sceneggiatura. Però non mi sono distratta, non ascoltavo troppo i pareri altrui, volevo dare la mia visione senza tradire troppo il testo, la mia è stata una ricerca. La trasposizione è un lavoro angoscioso e stimolante al tempo stesso.
Le donne che lei interpreta sono invisibili, contro la rappresentazione plastica che di solito se ne dà, e forti...
Josiane Balasko: sono la maggior parte delle donne ad essere invisibili. Io ho forza interiore, la fortuna di scrivere e mi sono accorta che anche molti scrittori uomini non sono eccezionali ma raggiungono la fama. All'interno di un'equipe, che poi ha avuto successo, ho scritto di personaggi non tipici del cinema francese, da ruoli secondari. Ho lavorato molto sull'invisibilità, delle lesbiche ad esempio, che mi ha portato a "Speriamo che sia femmina". E' stato un grande successo, la figura della lesbica risulta non un mostro ma un personaggio simpatico, e grazie al film molte sono riuscite a parlarne ai genitori, ad uscire dal sotterraneo. Un altro film, "La Cliente", è sulle donne che pagano i gigolò, quando chi fa uso della prostituzione è invece sempre declinato al maschile.
Prossimi ritratti femminili?
Josiane Balasko: non so, se lei ha un'idea me la suggerisca. Per la promozione di questo film, e per il lavoro su "la Cliente", non ho avuto praticamente il tempo.
Cosa l'ha colpita nella scelta del romanzo?
Mona Achache: stavo lavorando ad un altro adattamento, ma il film non usciva fuori. Quando ho letto la quarta di copertina de "L'Eleganza del riccio" ho notato che si parlava di persone anormali con cui però era facile identificarsi. Prima di finire di leggere il libro già vedevo come lo avrei convertito in immagini, con due donne che hanno paura degli altri e con l'amore per la vita.
Il pesce rosso segue l'evoluzione del personaggio di Paloma...
Mona Achache: nel libro c'è solo una frase che accenna ai pesci rossi. Io ho voluto farne un personaggio perché aveva senso. Mi piaceva l'idea che lei lo filmasse, descrivendolo dettagliatamente, in quanto è un modo per mostrare la morbosità dei bambini. Paloma traspone la sua mania suicida sul pesce, e la storia dell'uno segue quella dell'altra, diventa una metafora, un passaggio di consegne.
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