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La "natura ambigua" dell'orrore.
Più volte inserite nell'ambito di cartoon e serie televisive (si pensi solo a "La famiglia Addams" e "I Simpson"), le piante amanti della carne umana, o semplicemente in cerca di una vendicativa punizione da infliggere ai terrestri, non sembrano aver perso la capacità di suscitare interesse da parte del pubblico.
"E venne il giorno" di M. Night Shyamalan e "Rovine" di Carter Smith, che affrontano l'argomento in maniera diversa l'uno dall'altro, ne sono soltanto l'ultimo esempio su celluloide…
From hell it came (USA 1957)
In un'isola del Pacifico su cui sono stati effettuati test atomici, alcuni scienziati americani si trovano ad avere a che fare con il sanguinario tronco vivente Tabonga, mostruosa evoluzione del cadavere di Kimo, giustiziato dopo essere stato condannato a morte.
Dirige il prolifico montatore Dan Milner.
L'isola stregata degli zombies (Voodoo island, USA 1957)
Sotto la direzione di Reginald Le Borg, il mitico Boris Karloff è lo scrittore e divulgatore dell'occulto Phillip Knight, a capo di una spedizione su un'isola del Pacifico per fare luce sulla misteriosa sparizione di alcuni uomini ed analizzare la possibilità di lanciarla turisticamente; tra vegetazione carnivora e maledizioni zombificanti.
Diciotto anni dopo, l'attore si trovò anche ad avere a che fare con piante geneticamente mutate in "La morte dall'occhio di cristallo" di Daniel Haller.
Prigionieri dell'Antartide (The land unknown, USA 1957)
Girato in bianco e nero dal Virgil W. Vogel già regista di "Nel tempio degli uomini talpa" (1956), vede una giornalista e tre uomini che, costretti ad un atterraggio di fortuna con l'elicottero in una regione sconosciuta, scoprono un mondo a quanto pare fermo alla preistoria, tra dinosauri e piante carnivore.
Sulla scia de "Il mondo perduto" (1925), con abbondanza di cartapesta ed effetti poco speciali.
Womaneater (Gran Bretagna 1957)
Una misteriosa piantagione carnivora amazzonica sprigiona un siero resuscita-morti ogni volta che uccide giovani donne offertele in sacrificio dalle popolazioni indigene.
Aiutato da un giovane indio, un dottore interessato al liquido porta la pianta in Inghilterra, dove, costretto a procurarle nuove vittime, permette sì ad alcuni morti di tornare in vita, ma solo come zombi.
Dietro la macchina da presa Charles Saunders.
La piccola bottega degli orrori (The little shop of horrors, USA 1960)
Uno dei titoli più famosi diretti dal re dei b-movie Roger Corman, si tratta di una commedia horror in aria di metafora antipotere. Ne è infatti protagonista un apprendista fioraio sul filo del licenziamento che, scoperta la predilezione per il sangue umano da parte di una nuova pianta allevata nel negozio in cui lavora, comincia a procurarsi vittime da offrirle in pasto, mentre gli affari vanno a gonfie vele.
Nel cast anche un Jack Nicholson degli esordi.
Il giorno dei trifidi (The day of the Trifids, Gran Bretagna-USA 1963)
E' un non accreditato Freddie Francis a co-dirigere insieme a Steve Sekely questo adattamento cinematografico del romanzo "The day of the Trifids" di John Wyndham.
Conosciuto anche come "L'invasione dei mostri verdi", vede la Terra attaccata dai Trifidi, vegetali alieni piovuti dallo spazio per divorare qualsiasi cosa capiti sulla loro strada.
Le cinque chiavi del terrore (Dr Terror's house of horrors, Gran Bretagna 1965)
Partorito dalla Amicus, rivale della mitica casa di produzione horror Hammer, si svolge di notte all'interno dello scompartimento di un treno in corsa, dove il misterioso Dr. Shock predice il futuro a cinque passeggeri dando vita ad altrettante storie.
Tra licantropi, vampiri, maledizioni voodoo e una vendicativa mano mozzata, abbiamo anche una pianta assassina impegnata a tormentare una famiglia di ritorno dalle vacanze.
Diretto da Freddie Francis con un cast che spazia da Donald Sutherland ai mitici Peter Cushing e Christopher Lee, ha posto le basi per tutto il successivo cinema della paura ad episodi.
The navy vs the night monsters (USA 1966)
Importate dall'Antartide, misteriose piante prendono vita all'interno di una base militare, in quanto in realtà sanguinari alieni.
Rozzamente confezionato dal Michael A. Hoey che poi si sarebbe dedicato esclusivamente al piccolo schermo.
Venus flytrap (USA-Giappone 1970)
Diretto da Kenneth G. Crane e scritto dal famigerato Edward D. Wood jr, è un assurdo mix di horror e monster-movie giapponese, con uno scienziato depresso della NASA che, aiutato da un assistente, genera un mostruoso vegetale mutante e ghiotto di carne umana.
Please don't eat my mother (USA 1973)
Sessualmente inibito e tormentato da una madre invadente, un quarantenne disoccupato organizza incontri con le ragazze del quartiere che poi dà in pasto alle sue due piante carnivore.
Per una trashissima variante erotica (quasi porno, a dire il vero) de "La piccola bottega degli orrori" a firma di Carl Monson.
Blood! (USA 1974)
Il trasher Andy Milligan, cui dobbiamo alcuni dei peggiori film della storia del cinema (vi dice niente "L'invasione degli ultratopi"?), porta in Inghilterra la figlia di Dracula e il figlio dell'uomo lupo Larry Talbot per fargli mantenere una pianta carnivora.
La casa (Evil dead, USA 1981)
Lo splatter-cult di Sam Raimi, realizzato con un minuscolo budget ed incentrato su un gruppo di amici che, in gita in un'isolata baita di montagna, si trovano a dover fronteggiare le possessive forze infernali scatenate dalla lettura dei passaggi del Libro dei morti, non ha certo bisogno di presentazioni. Va però citato perché, tra pseudo-zombi ed arti mozzati, annovera anche dei violenti alberi stupratori, riproposti poi nel sequel "La casa 2" (1987).
La piccola bottega degli orrori (Little shop of horrors, USA 1986)
Dall'omonimo musical ispirato al cult-movie di Roger Corman, Frank Oz trae una sorta di remake che vede un giovane commesso fioraio costretto da una pianta carnivora aliena e parlante (ed intenta a conquistare il mondo) a procurarle vittime da sgranocchiare.
Creepshow 2 (Creepshow 2, USA 1987)
A firma del direttore della fotografia Michael Gornick, il guardabile sequel del capolavoro di George A. Romero si struttura questa volta su tre episodi riguardanti una vendicativa statua di legno indiana, una macchia d'olio assassina ed un autostoppista zombi.
Tra una storia e l'altra, le disavventure a cartoni animati del piccolo Billy, accanito lettore del fumetto horror che dà il titolo al film, il quale viene difeso da un'enorme pianta carnivora nel momento in cui viene infastidito da un gruppo di bulli.
L'albero del male (The guardian, USA 1990)
Ritorno all'horror per William Friedkin, tratto dal romanzo "The nanny" di Dan Greenburg, ha per protagonista una diabolica babysitter impegnata a nutrire un mostruoso albero con i neonati che dovrebbe accudire.
Dal regista de "L'esorcista" c'era da aspettarsi qualcosa di più di una delle tante dimenticate produzioni di paura d'inizio Anni Novanta.
Contamination point 7 (Canada 1991)
Sulla falsariga di "Tremors", il nostro Fabrizio Laurenti, sotto la produzione di Joe D'Amato alias Aristide Massaccesi, inscena rozzamente la lotta tra l'uomo e le radici delle piante, trasformate in tentacoli carnivori da sostanze radioattive e rifiuti tossici.
Alla radice del male (Seedpeople, USA 1992)
E' il re dei b-movie Charles Band a produrre e sceneggiare l'ennesima imitazione de "L'invasione degli ultracorpi" (1956), per mano questa volta di Peter Manoogian. Ne sono protagonisti dei semi alieni che, atterrati secoli addietro nel piccolo centro di Comet Valley e divenuti mostri vegetali, s'insediano nei corpi umani al fine di crescere e moltiplicarsi, trasformando i poveri malcapitati di turno in malvagi esseri.
Trees (USA 2000)
Variante boschiva de "Lo squalo" che, diretta da Michael Pleckaitis, vede un ranger alle prese con indagini su diverse morti susseguitesi nelle foreste della cittadina di Hazelville, fino all'individuazione del colpevole: la gigantesca conifera preistorica conosciuta come "Grande Pino Bianco".
Lo stesso regista ne ha curato quattro anni dopo il sequel "Trees 2: The root of all evil", i cui protagonisti sono derivati dell'albero assassino venduti per Natale in una stazione sciistica del posto.
Fungicide (USA 2005)
Dave Wascavage è il responsabile di questa assurda trashata che va vista per essere creduta: in vacanza nel bosco con i genitori, un ragazzino con la fissa per la botanica incrocia diverse specie di muffe fino a generare dei giganteschi e zannuti funghi assassini. O meglio, delle persone nascoste in evidenti maschere da fungo (sic!).
Francesco Lomuscio
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