19 febbraio 2003 - Conferenza stampa
Ken Loach
Intervista al regista di "Sweet Sixteen"
di Teresa Lavanga
Progetti futuri?
Si, io e Paul stiamo lavorando ad un nuovo film da girare a Glasgow, ma per ora non posso sbilanciarmi, sia per una questione di scaramanzia sia perché è ancora tutto da definire.
Il personaggio che si intervista non è solo un grande cineasta, ma anche un uomo politicamente impegnato, quindi sono inevitabili le domande sui fatti recenti fatti di politica internazionale.
Cosa ne pensa delle manifestazioni per la pace che sabato scorso si sono tenute in tutto il mondo?
Credo che i governi debbano tener conto del volere di tutte queste persone. Il consiglio di sicurezza non può votare una risoluzione ignorando i dettami del diritto internazionale. Tutti i movimenti che sono venuti a galla in questi ultimi anni, sono il risultato di lotte che durano da oltre un ventennio. Ora è giunto il momento di far sentire il proprio peso, non dobbiamo perdere questa occasione. L'opposizione alla guerra è giusta, soprattutto in questo caso: gli USA attaccano l'Iraq solo per ottenere più petrolio e la supremazia della regione. Vorrei però che tutti questi movimenti che hanno portato tante persone in piazza potessero evolversi e diventare qualcosa di grande, qualcosa che riesca a contrastare il vecchio settarismo di una volta. Crede che l'arte possa cambiare il mondo? Un film un'opera teatrale, un articolo di giornale, per quanto ben fatti da soli non riusciranno mai a smuovere le cose. Però credo che possano contribuire a creare un movimento di idee nuovo che alla lunga genererà un nuovo modo di vedere il mondo. In fondo io, ed i miei colleghi non facciamo altro che prestare le nostre forze per far girare una ruota spinta da molte altre persone.
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