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09 Marzo 2006 - Conferenza Stampa
"Forever blues"
Intervista al regista e al cast.
di Federico Raponi
Debutto alla regia per Franco Nero con "forever blues", da lui presentato in conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma insieme a Minnie Minoprio.
La genesi del film?
Franco Nero: da ragazzo andavo spesso al cinema, non c'era la televisione. Due film mi hanno condizionato la vita: "da qui all'eternità", dove c'è Montgomery Clift che fa il trombettista, e "giovani arrabbiati". Anche qui una tromba. Grazie a questo strumento mi sono innamorato del blues. In seguito poi mi sono avvicinato ad un'associazione che si occupa di ragazzi con problemi familiari. Questi due elementi mi hanno convinto a fare il film, dal piccolo budget ma che pensa in grande nello spirito. La speranza e la compassione per superare le barriere, insieme al potere magico e universale del blues. La musica, come la speranza, non ha confini. Ho scelto la piccola provincia perché è uguale in tutto il mondo, è il posto dei sogni. Ed esce nel fine settimana della festa del papà. E' un film che ho fatto tutto da solo.
Un'opera autobiografica?
Franco Nero: c'è molto di mio, e personaggi che mi hanno accompagnato nella vita. Minnie Minoprio, penso la miglior voce blues in Italia. Clive Riche, il suonatore d'armonica. Mi ha raccontato la sua storia: era avvocato in Inghilterra e difendeva i delinquenti, ma non gli piaceva. E' diventato un Hooligan, poi è andato a vivere in una comune negli Stati Uniti. Infine, guardando il cielo, ha parlato con Dio che gli ha detto: "vai in Italia e troverai la luce". Come succede nel film.
Minnie Minoprio, come è entrata a far parte del film?
Minnie Minoprio: quando ero bionda, svampita e sex-symbol fui chiamata ad interpretare un film con Franco. Ma c'era una scena di stupro, la famiglia era contraria e rifiutai. Ho dovuto aspettare tanti anni. Qui si è trattato di una piccola sfida, perché sono solare mentre il personaggio è amareggiato e disilluso.
L'esperienza da regista?
Franco Nero: è un lavoro durissimo, da capofamiglia o sindaco di una città: deve dare il buon esempio. Ha in mano tutto, e il film è il suo bambino.
Come è andata all'estero?
Franco Nero: il film è stato presentato negli Stati Uniti a Broadway, a Washington, a Los Angeles. Ovunque c'è stata grossa affluenza di pubblico, ed è stato accolto bene dalla critica. Mi hanno detto che lì sono abituati ad opere molto costose piene di effetti speciali che vengono subito dimenticate, mentre questo piccolo film ti resta dentro.
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