Blood diamond - Diamanti di sangue

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Death of a president - Morte di un presidente

DICHIARAZIONE DEL REGISTA
Un disastro nazionale è sempre un momento che ci fa fermare e che ci fa riflettere su ciò che è veramente importante.
Mentre la premessa di "Death of a President" ha sicuramente un carattere sovversivo, in quanto metafora dell'11 settembre deve necessariamente essere terribile. La storia ci insegna che non c'è nulla che abbia un impatto più sconvolgente sull'America dell'assassinio di un Presidente.
Ho sempre saputo che sarei stato condannato per l'idea alla base di questo film, ma credo che alle volte, il fatto che l'arte sia oltraggiosa, sia non solo accettabile ma necessario.
Viviamo in un periodo di grande paura. Quando la gente ha paura, entra nel panico e spesso fa cose di cui poi si pente - ad esempio, l'incarcerazione dei giapponesi -americani durante la seconda Guerra Mondiale.
La condanna a priori di questo film da parte di politici e sapientoni che non lo hanno visto - e forse non vedranno mai- riflette il clima di terrore nel quale viviamo oggi, e al quale il mio film cerca di rivolgersi.
Ciò che maggiormente mi disturba riguardo quello che sta accadendo oggi è la compiacenza. Accadono cose terribili e nessuno le nota. È mia convinzione che questa compiacenza sia largamente dovuta al modo in cui i media presentano i fatti. Essendo stato anch'io per lungo tempo un giornalista televisivo, so molto bene di cosa parlo.
Sono inglese, ma ho passato moltissimo tempo negli Stati Uniti, sia come residente che come giornalista. Ho molti amici qui, molti dei quali hanno dei famigliari che sono stati impegnati o lo sono tuttora in Iraq. Sento di avere un legame molto forte con questo paese. Ciò che volevo fare con questo film era offrire un'altra prospettiva su quanto è accaduto negli ultimi cinque anni, e vedere come la Guerra del terrore, e l'invasione dell'Iraq stiano cambiando l'America.





MORTE DI UN PRESIDENTE
Vincitore del Premio Internazionale della Critica al Festival di Toronto, "DEATH OF A PRESIDENT" è concepito come un documentario di fiction televisiva in onda nel 2008, dove si ragiona su un evento orribile e catastrofico: l'assassinio de George W. Bush, avvenuto il 19 ottobre 2007. Nel "documentario" appaiono immagini di repertorio e interviste create ad hoc, il tutto presentato in maniera rispettosa e dignitosa. Il film emoziona e offre al pubblico una storia avvincente, dando vita ad un thriller politico-provocatorio che rivela verità più ampie. Ma il film non è a favore della violenza; piuttosto ne mostra gli effetti dannosi.
Il film inizia in maniera energica con materiale di repertorio montato in maniera frenetica che ci proietta nel bel mezzo di una folla rabbiosa di manifestanti, che attende il corteo del Presidente Bush. Il Presidente è ritratto come un uomo simpatico e piacevole - amato da coloro che lo circondano e incantevole con i suoi seguaci. Mentre il Presidente è impegnato in un discorso patriottico in un hotel, la furia dei dimostranti aumenta fino al punto di rottura. La tensione sale sino al momento terribile in cui il Presidente viene assassinato.
Dopo l'assassinio, il film si trasforma in un giallo, e prosegue con la caccia all'assassino da parte dell'FBI. Vengono intervistati tutti i sospetti tranne uno - un uomo siriano, che viene condannato e messo nel braccio della morte. Vi sono molte prove circostanziali contro di lui. Ma è colpevole del crimine? O la sua origine mediorientale fornisce una scusa appropriata per catalogare la morte del Presidente come un atto di terrorismo?
Il regista Gabriel Range ha usato l'espediente del "documentario retrospettivo" nel suo celebre film "The Day Britain Stopped," su una catena di eventi che portò al crollo della rete dei trasporti del paese e a fare centinaia di vittime. Entrambi i film sono stati elogiati per la virtuosità tecnica con la quale mescolano immagini di repertorio e scene del film creando immagini di catastrofi incredibilmente realistiche.


[continua...]



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