30 Agosto 2008 - Conferenza stampa
"Dangkou (Plastic City)"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea Giordano
Alla conferenza stampa di Dangkou (Plastic City), pellicola in concorso, erano presenti il regista - sceneggiatore di Hong Kong, Nelson Yu Lik-wai, l'altro sceneggiatore brasiliano Fernando Bonassi, il produttore Keung Chow, e l'attrice Tainá Müller.
La pellicola è abbastanza lineare nella prima parte, molto complessa nella seconda, per stili e linguaggi diversi. Qual è stato il Vostro percorso di lavoro al riguardo?
Nelson Yu Lik-wai: Per rappresentare la società contemporanea, all'inizio cercavo di pensare ad una favola, poi ho ritenuto opportuno dare un taglio fortemente realistico alla storia, perché il mio tentativo era quello di dare una descrizione formale, e di trovare quindi una forma idonea al contenuto.
Adottare una costruzione del genere è stato una sfida con me stesso.
Fernando Bonassi: In un primo tempo io e Nelson, abbiamo cercato di conoscerci e di condividere due mondi in apparenza molto diversi, il mio e il suo, ma quello che maggiormente si vede sullo schermo è un lavoro collettivo realizzato da cinque paesi che lo hanno coprodotto.
Noi avevamo unicamente il compito di comporre questo mosaico di stili e visioni.
Perché girare la pellicola totalmente in Brasile?
Nelson Yu Lik-wai: È subentrata l'urgenza di fare un'esperienza cinese in un contesto internazionale.
Ho scelto il Brasile, perché tra esso e la Cina ci sono delle somiglianze, soprattutto per il fatto di essere due nazioni oramai fortemente emergenti.
Volevo esplorare qualcosa di diverso e mi sono divertito a farlo.
Che tipo di ricerche sono state fatte per raccontare questo tipo di storia?
Fernando Bonassi: Il film è cambiato molto durante la lavorazione (un anno molto intenso) e anche noi siamo inevitabilmente cambiati. Non abbiamo fatto ricerche particolari, se non quello di "approfittare" di un background storico già presente. Non è un film di gangster, ma certo parla di criminalità.
Che cosa Vi ha attratto di questa storia, a tal punto da volerla produrre?
Keung Chow: In particolare siamo stati attratti dall'aspetto multiculturale del progetto e dalla sua modernità. Evidenziare queste due caratteristiche ci ha interessato fin da subito.
È soddisfatto del risultato finale?
Nelson Yu Lik-wai: Avevo bisogno di fare questo film perché il cinema cinese, oggi più che mai, può dire la sua. Per me il Brasile ha da sempre rappresentato un Paese da sogno, certamente ai margini per certi versi, ma utopico per altri.
Tutto il cast, che è stato davvero straordinario, e io, ci siamo addentrati in questa avventura con una passione e una professionalità veramente uniche.
Sono molto soddisfatto del mio lavoro.
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