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La storia - IIIª parte
Ma l'eccidio purtroppo non si ferma qui, anzi una bestiale ferocia pervade i soldati tedeschi che nei giorni seguenti fino al 28 settembre, giorno nel corso del quale 163 ufficiali vengono fucilati dopo un sommario e risibile processo a capo San Teodoro nella cosiddetta "casetta rossa", procederanno all'annientamento della Divisione Acqui, disponendo a proprio piacimento dell'esistenza altrui e calpestando ogni codice di comportamento, umano prima ancora che militare.
Il bilancio finale dell'eccidio di Cefalonia registra la morte di oltre 9.500 soldati italiani, eroi per anni dimenticati, sui quali è colpevolmente calato un velo di silenzio, squarciato solo sporadicamente.
Negli anni '50 furono promosse, a seguito di esposti di genitori di alcuni caduti, azioni giudiziarie nei confronti di alcuni militari italiani della Divisione Acqui quali responsabili di atti di insubordinazione contro il defunto Gen. Gandin, al fine di d'influire sul superiore onde farlo desistere dal proposito di ordinare la consegna ai tedeschi delle armi. Procedimenti che di fatto caddero nel vuoto, al pari di quelli avviati in Germania contro ufficiali e sottufficiali tedeschi ritenuti responsabili della carneficina.
Negli anni '60 l'eroico sacrificio tornò d'attualità in occasione dell'uscita di un libro di Marcello Venturi, intitolato Bandiera bianca a Cefalonia, che fece conoscere gli avvenimenti di quei giorni del settembre '43 al noto cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, che costrinse così le autorità tedesche ad aprire un indagine giudiziaria, da cui prese origine un processo che produsse quale condanna più rilevante quella del Gen. Lanz, comandante del XXIIº Corpo d'Armata, nel cui ambito erano inquadrate le forze tedesche presenti a Cefalonia.
Per arrivare, infine, all'ultimo decennio quando alcuni storici hanno iniziato una rivisitazione di quegli avvenimenti attraverso la raccolta di più puntuali testimonianze da parte di sopravvissuti, la cinematografia ha fatto poi propri quegli eventi e le autorità politiche italiane hanno reso omaggio a quegli eroi dimenticati, anche se un pò tardivamente.
Oggi qualcuno, che intendesse immergersi in questo lembo della nostra storia, potrebbe recarsi a Cefalonia, per respirarne sì i profumi e goderne la bellezza del mare, ma soprattutto per far volare la propria immaginazione a quegli anni e a quegli eroi, onde rendere un giusto tributo ad un sacrificio dimenticato e ricordare chi ha immolato la propria vita nel nome di un ideale chiamato patria. Potrebbe guardare l'orizzonte cefalleno, per scorgervi quelle colonne di fumo alzarsi nel cielo azzurro dello Jonio, che inducono i vecchi isolani a dire: "È la Divisione Acqui che sale in cielo."
E se qualcuno volesse dedicare un pò di tempo a letture su questa epopea di eroi, che le nuove generazioni di italiani dovrebbero conoscere, vi consigliamo i seguenti libri:
Bandiera bianca a Cefalonia, Marcello Venturi, Edizioni Le Mani - [acquista]
Il mandolino del Capitano Corelli, Louis De Bernieres, Edizioni Guanda - [acquista]
La vera storia dell'eccidio di Cefalonia, Massimo Filippini, Edizioni CDL
Italiani dovete morire, Alfio Caruso, Edizioni Longanesi - [acquista]
a cura di Fabrizio Tocchi
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