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05 Settembre 2005 - Conferenza stampa
"Cinderella man - Una ragione per lottare"
Intervista al cast ed al regista.
di Monica Cabras
La conferenza stampa del film di Ron Howard presentata a Venezia, nella sezione Fuori Concorso, si apre con l'avviso del moderatore di non fare domande riguardanti la situazione legale che pende su Russell Crowe, pena la chiusura del microfono. Tra i giornalisti presenti in sala c'è anche Victoria Cabello, l'inviata delle Iene, ma nonostante chieda la parola il moderatore la ignora, censurandola. Alla conferenza stampa sono presenti oltre al regista anche i protagonisti: Russell Crowe e Renée Zellweger, e lo sceneggiatore Akiva Goldsman.
In questi ultimi tempi stiamo vedendo sempre più attori provenienti dall'Australia. Cosa rende gli attori australiani così ricercati?
Ron Howard: Come regista ho lavorato con tanti attori australiani come Nicole Kidman e Russell Crowe. Forse in loro c'è qualcosa nel modo di lavorare, una ricerca della verità che li rende così speciali.
Da poco lei è diventato padre, e ora interpreta lo stesso ruolo in un film. La sua esperienza personale ha avuto un ruolo nell'interpretazione?
Russell Crowe: Diventare padre è stata l'esperienza più fantastica della mia vita. È qualcosa che mi arricchisce continuamente, giorno dopo giorno e lo raccomanderei a tutti.
Interpretare questo film vi ha fatto riflettere sui sentimenti dei poveri?
Russell Crowe: Questo film è importante perchè gli americani e tutte le società più ricche ricordino che il mondo è molto vasto e che i beni dovrebbero essere divisi in maniera più equa.
Lei sta per girare, per la seconda volta, un film con Ridley Scott. Che confronto può fare tra Scott e Ron Howard?
Russell Crowe: Sono entrambi simpatici e miei buoni amici. Ci intendiamo bene e sappiamo già cosa aspettarci l'uno dall'altro.
In questo Festival abbiamo visto il film di George Clooney, dove una situazione del passato richiama problemi attuali, e anche nel suo film, ambientato all'epoca della Grande Depressione si possono fare dei parallelismi con il presente. È più facile adoperare il passato per arrivare all'america di oggi?
Ron Howard: E' vero che alcune argomentazioni sono correlate ai problemi di oggi, ma il mio intento era quello di raccontare una storia su un periodo molto difficile, che non bisogna dimenticare. La gente forse non sa, o ha dimenticato, quanto fosse difficile il periodo della Grande Depressione. Poi c'è la storia dell'amore di una coppia che stando insieme supera le difficoltà e le sofferenze. Il parallelo non è la ragione per cui ho deciso di realizzare questo film, ma se può servire, tanto meglio.
Quale è stato il suo rapporto con il personaggio? Ha mai pensato che la vita del pugile Jim Braddock può somigliare a quella di un attore che può passare dalla fama al declino e poi risollevarsi?
Russell Crowe: Quello che mi piace di Jim Braddock sono i suoi valori etici. Dopo la disoccupazione, ad esempio, quando ha ricominciato a combattere e quindi a guadagnare dei soldi, è tornato all'ufficio sussidi per restituire i soldi che gli avevano dato. Secondo me era giunto il momento giusto per raccontare la storia di un uomo che capiva i veri valori fondamentali della vita. Era pulito e onesto. Ora mi sembra che si siano dimenticati questi valori.
Questo film ha una fotografia molto scura. Perchè, che cosa voleva trasmettere al pubblico?
Ron Howard: Abbiamo voluto dare la giusta impressione del periodo. La maniera migliore era quella di lasciar perdere luci soft o malinconiche, ed utilizzare quelle più crude. Questo ci ha permesso di trasmettere al meglio la realtà dell'epoca. In questo modo il messaggio è più immediato e più imponente. Anche gli attori hanno contribuito a dare il senso di realtà recitando con verità, senza alcuna vanità.
Ci sono stati episodi della vostra vita in cui vi siete trovati all'angolo?
Ron Howard: Niente della mia vita somiglia alla lotta sostenuta da Jim Braddock. Io già da giovane volevo fare il regista, allora certo non era possibile che un ragazzo potesse ambire a tanto. Quando però ho lasciato la serie TV che mi ha dato la fama, ho deciso di realizzare il mio sogno. L'unica persona che mi ha sostenuto in questo progetto, è stata mia moglie, per questo sono andato avanti, ed è stata la decisione più bella della mia vita.
Russell Crowe: Chiunque voglia raggiungere un obiettivo, riceve sempre pareri poco propensi, reazioni negative dovute alle paranoie degli altri. Per me l'importante è riuscire a fare quello che desideriamo.
Renée Zellweger: Non so, non mi sono mai trovata in una situazione così. Forse sono io stessa il più grande ostacolo della mia vita.
Visti i risultati di pubblico e critica in America, il film sarà presentato agli Oscar?
Ron Howard: Sono molto fiero della reazione del pubblico e della critica, senza voler entrare nelle statistiche. La reazione del pubblico è quella che conta di più per me, non mi interessa il marketing. E il film sarà sicuramente presentato agli Oscar
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