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"ZORA LA VAMPIRA"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(19 Settembre 2000)
I nomi fanno audience! E su questo non c'è il minimo dubbio, alla presentazione del film hanno partecipato almeno un centinaio di addetti ai lavori. Sicuramente il nome di Carlo Verdone, e le sue conoscenze, sono state un elemento determinante, anche perché di solito se siamo in venti/trenta ad un'anteprima è già un evento.
Il film. I Manetti Bros hanno sicuramente molti meriti: ci presentano dei volti nuovi molto validi (quasi tutti provenienti dal mondo hip hop romano) affiancandoli ad attori di sicura esperienza (Toni Bertorelli/Dracula e Ivo Garrani/Prete tra tutti), cercano di usare un linguaggio innovativo e di trattare temi scottanti (integrazione degli immigrati, degrado urbano), ma, di contro, pagano un pò la loro inesperienza. Il film sembra un lunghissimo videoclip rap, in questo pesa sicuramente il loro passato di regia nel campo specifico (Piotta, Alex Britti, Flaminio Mafia), con un'ottima colonna sonora, per gli amanti del genere, ma con una trama decisamente evanescente. Zora non riesce mai a "staccarsi" dal gruppo dei comprimari e risulta decisamente superficiale e a tratti fastidiosa. Viene da chiedersi se l'idea del personaggio non sia stata presa dal fumetto di Luca Enoch: "Spraylitz", nel qual caso...viva l'originale!
Il lavoro è intriso di citazioni, una sorta di "Hot Shots", sul cinema horror italiano e non. L'arrivo di Dracula su una zattera piena di cadaveri richiama, ad esempio, il classicissimo Nosferatu di Murnau o l'apparizione degli zombie nelle sequenze finali identica al famigerato video "Thriller" di Michael Jackson.
Indubbiamente lo sforzo c'è, peccato che il finale "all'americana" con tanto di moralismo, contrasta decisamente con lo spirito iniziale del film. Nel complesso speriamo di vedere presto un nuovo lavoro, sceneggiato meglio, in cui l'energia e l'entusiasmo dei registi riesca a fornire un prodotto più adatto al grande pubblico.
La chicca: Bue, il leader del centro sociale romano, è uno dei Manetti Bros.
Curiosità: Tutti i "graffiti" di Zora sono stati realizzati da Stand, il writer più famoso d'Italia.
Indicazioni: Appassionati di rap, hip hop e street music correte subito al botteghino.
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