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"OGNI LASCIATO È PERSO"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Das |
Ogni lasciato è perso
(venerdì 12 Gennaio 2001)
"Ad una donna ci vogliono 20 anni per trasformare un figlio in un uomo e ad un'altra 20 minuti per farne un cretino!". In questa frase, pronunciata dalla madre di Piero, è racchiusa tutta l'essenza del film. L'opera prima di Piero Chiambretti è una commediola risciacquata nelle acque del Po torinese. Ci vengono raccontate le pene dell'amor perduto di un uomo di successo - un apprezzato conduttore televisivo - che viene brutalmente mollato dalla donna che ama (Beatrice - Dante docet -) perché "l'amore eterno è eterno finché dura". Quindi ci viene sciorinato con ritmi da telenovela esistenzialista il decalogo di ciò che non bisognerebbe fare per riconquistare il perduto amore: un'elencazione non comune di luoghi comuni. Alla fine, coup de théâtre, il povero disgraziato troverà consolazione nella cara e fedele amica (Martina - tutte le care e fedeli amiche hanno questo nome - ) che tanto gli è stata vicino in quei momenti difficili in cui si dibatteva il nostro Piero, il quale, guarda un pò, non si era reso conto che il sentimento di Martina era qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma la nuova unione sarà il toccasana che ridarà serenità e felicità al cuore ferito di Piero? Andate a vederlo se volete saperlo.
Se il Chiambretti televisivo era tagliente e graffiante il Chiambretti cineasta riesce a fatica a fare un pò di solletico. Da un soggetto evidentemente scritto in piena overdose di "Happy Days" scaturisce un film noioso e banale solo a tratti divertente nel quale, nel solco della cronica povertà di idee di parte del recente cinema italiano, emergono soltanto i bozzetti ben tratteggiati di alcuni personaggi (tra tutti il portiere dello stabile dove abita Piero, ben interpretato dall'attore Aldo Izzo). Ma se il Chiambretti autore delude, il Chiambretti attore non è da meno. Un'espressione (depressa) ed una voce (querula e senza timbro) accompagnano il nostro eroe per tutto il film tant'è che viene da chiedersi quali siano gli antidepressivi di cui Piero fa uso ed abuso, al fine di eliminarli dalla nostra personale farmacia. Nel cast, però, vi sono anche attori di valore: Felice Andreasi, Carlo Croccolo ed il sempre bravo ed arguto Antonio Catania - nei panni di uno psicoanalista anche lui reduce da una scottatura sentimentale - che non sbaglia un colpo e che fa sempre piacere ammirare sugli schermi.
Ottima la scelta musicale composta da molte cover degli anni '70 ed '80, molto presente, qualcosa di più di un semplice riempitivo.
In conclusione, prendendo a prestito una frase più volte ripetuta nel film, se "le sofferenze aiutano a crescere" dopo questa visione ci sentiamo un pò più adulti.
Indicazioni:
Propedeutico per chi ha bisogno di rimettersi da una delusione amorosa.
Das
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