FilmUP - Recensione: Ogni lasciato è perso

Ogni lasciato è perso
Piero (l'esordiente Piero Chiambretti) è un uomo davvero felice: è fidanzato con la bellissima Beatrice ed è molto famoso visto che è il conduttore della fortunata trasmissione tv "That's amore!", un programma che tratta spregiudicatamente gli affari di cuore. Insomma, meglio di così non gli potrebbe andare. Ma alle soglie del matrimonio Beatrice lo lascia così che proprio l'uomo che ha sempre vissuto sulle crisi sentimentali, si trova ad affrontarne una davvero difficile.
Trascinandosi da un tentativo all'altro nella speranza di riconquistare la sua amata, Piero affronta diverse esperienze che lo fanno sprofondare nello sconforto più totale: i tranquillanti, la crisi religiosa, l'attesa esasperante di una telefonata di Beatrice, i consigli di maghi e chiromanti. L'unica in grado di aiutarlo ad uscire da questa situazione è Martina, una ragazza innamorata di lui, che sembra non suscitare l'interesse di Piero, ma che si prodiga a dargli una mano ogni qualvolta il noto presentatore si trova in difficoltà...
L'esordio di Pierino la peste come attore e come regista coincide con un altro esordio, quello della nuova società di produzione di Rita Rusic, che peraltro aveva già contattato il comico torinese quando ancora collaborava con Cecchi Gori. Oltre ad essere molto autobiografico (infatti Chiambretti ha dovuto affrontare un periodo molto difficile dopo la rottura del fidanzamento con la violoncellista Elena Maioni conosciuta al festival di San Remo), il film cerca di essere tragicamente comico e comicamente tragico, con qualche ispirazione ad artisti come Truffaut e Woody Allen.
Alle attrici esordienti Vanessa Asbert e Gretha Cavazzoni e al volto noto di Antonio Catania ("Chiedimi se sono felice", "Pane e tulipani") si aggiungono alcuni "camei" come quelli di Felice Andreasi e Carlo Croccolo.

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