10 Ottobre 2006 - Conferenza stampa
"Un'ottima annata - A good year"
Intervista al cast.
di Stefano Del Signore


A dispetto della sua fama di "aussie" burbero e intrattabile, Russell- gladiatore- Crowe si è presentato alla conferenza stampa italiana del suo ultimo film in maniera estremamente cordiale: loquace e di buon umore, ci ha parlato del suo sodalizio artistico con Ridley Scott, del suo rapporto con il vino, i francesi e il mestiere dell'attore.

Mr. Crowe, cosa ne pensa del Festa del Cinema di Roma? E a proposito della Capitale, quali sono i luoghi di Roma che preferisce?
Russell Crowe: Mi dispiace che il mio film non venga presentato!A parte questo, era giusto che anche Roma avesse un Festival del Cinema: sono sicuro che sarà un successo. Per quanto riguarda i luoghi, beh.. mi piace molto camminare a piedi per qualsiasi angolo di Roma, anche se ora ci sono troppi turisti, forse dovrei ritornare in inverno…

Questo film rappresenta un impegno abbastanza nuovo per lei, alle prese con una commedia. Ci parli un po' della sua scelta di interpretare una commedia esistenzialista che spinge a riflettere sui valori, sul "costo" della vita…
Russell Crowe: (prende un foglio di carta, si schiarisce la voce, e legge in italiano pressoché perfetto)La gente si aspetta una storia simile a "Il gladiatore", ma questo film è diverso. Ridley è eccezionale, è un piacere essere al suo servizio: abbiamo un senso comune dell'estetica, ridiamo delle stesse cose.. a parte questo siamo grandi amici (Finito di leggere il curioso biglietto, risponde più precisamente alla domanda in inglese). Ho accettato questo ruolo per i motivi che ho appena detto. Per fare buon cinema occorre lavorare con grandi registi, e Ridley Scott è uno dei migliori: è dai tempi de "Il gladiatore" che ci siamo ripromessi di lavorare insieme ma purtroppo non ci siamo più riusciti fino a questo film, il "progetto del vino", così lo chiamava lui. Io ho insistito per avere la parte perché mi piace interpretare ruoli diversi: Max è un uomo egoista, avido, isolato. Ha raggiunto l'apice del successo, ma non è felice.. Così fa un viaggio interiore e scopre delle cose che aveva messo da parte, deve riscoprire le gioie della vita, deve re-imparare le cose che aveva appreso da ragazzino dallo zio Henry. Con la nuova vita che intraprende resta comunque un privilegiato, ma in una dimensione dove i soldi contano molto meno… Io credo che questo film in superficie appaia come una commedia romantica, ma in realtà è un qualcosa di più che avrà nel tempo una lunga eco, una risonanza, proprio per il modo in cui si pone le domande importanti della vita.

Anche lei ha uno zio Henry?
Russell Crowe: Anche nella mia vita c'è uno zio Henry, che in realtà si chiamava zio David. Molti dei miei abiti nel film, il pigiama o la giacca da cricket, sono un omaggio a lui. E' stato l'unico della mia famiglia a recitare: nel 1969 aveva partecipato ad una versione amatoriale di "Zio Vanja" in un teatro di un sobborgo di Auckland, Nuova Zelanda. E con il passare degli anni i ricordi delle recensioni dei critici di quel suo spettacolo continuavano a migliorare. Quando ho cominciato a lavorare in teatro, la filosofia prevalente nella scuola inglese di recitazione era di non dare il 100% come attore, perché se dai il massimo il pubblico non pagherebbe mai un altro biglietto per tornare a vederti. Mio zio diceva:" non dare retta a queste voci perché evidentemente a parlare sono quelli che non sono in grado di dare il 100%. Un attore deve sempre dare il massimo, è un dono per il pubblico ed è quello che deve fare".

Quanto ha collaborato alla sceneggiatura? Ha faticato con il"timing", con i tempi comici?
Russell Crowe: Quando ho letto la sceneggiatura non tutto mi piaceva, ma siamo passati dalle 21 pagine su cui diedi l'ok per "Il gladiatore" alle 45.. siamo migliorati! Devo dire di aver dato grande contributo alla parte, diciamo che ho un po' unito i puntini.. molte cose sono farina del mio sacco, altre di Ridley… Per quanto riguarda i tempi comici, rispondo che la risata dipende dal ritmo, tutta la vita dipende dal ritmo. La tempistica è necessaria sia per infliggere un colpo mortale che per far ridere: c'è lo stesso tipo di sofferenza nel cadere in una piscina piena di cacca, che nel cavalcare una tigre! I tempi giusti per un buon risultato ci vogliono qui come per tutti i tipi di lavoro.

Lei sa assaporare la vita coi tempi giusti come il film suggerisce?
Russell Crowe: La mia vita è molto cambiata in questi ultimi anni: mi sono sposato, ho due bambini, tutto è finalizzato secondo i bisogni della mia famiglia. Prima volevo dimostrare di saper fare qualsiasi cosa. Ora, a 42 anni, non ne ho più bisogno, ho cambiato approccio con tutto: ho imparato ad avere pazienza, a saper aspettare. Questo vale nella vita come nel lavoro.

Ci parli del suo rapporto con il vino…
Russell Crowe: Il mio rapporto con il vino prima, durante e dopo le riprese è rimasto sempre lo stesso. Continua a essere caloroso, intimo, e di grande accoglienza!

Una curiosità: preferisce i vini californiani, francesi o quelli italiani?
Russell Crowe: La scelta si deve limitare solo a questi tre tipi di vino?Suonerà terra terra ma di gran lunga preferisco i vini bianchi del Nuovo Mondo, ve li consiglio…

Il film è molto ironico con i nostri "cugini" francesi, insiste molto sulla rivalità tra loro e gli inglesi..
Russell Crowe: Su questa "querelle" sono assolutamente obiettivo, in quanto australiano. E' una rivalità che mi ha sempre incuriosito e divertito, come quella che c'è tra i francesi e gli italiani…ma non posso dire niente, sono i vostri "cugini", è la vostra famiglia, non la mia!

Che luogo della Provenza le è particolarmente piaciuto?
Russell Crowe: La Provenza mi piace molto. Ogni giorno andavo a lavorare sul set in bicicletta.. abbiamo iniziato le riprese in estate e abbiamo vissuto lo splendido cambio di stagione, il passaggio all'autunno, il momento della vendemmia, davvero bellissimo. Mi ricordo in particolare di un paesino in collina, chiamato Roussion, la cui leggendaria origine mi è stata raccontata dal gestore di un caffè italiano del posto…Quei colori, quella densità dell'aria, la magia della luce di certe ore della giornata: ho trovato tutto talmente bello che non è un caso se il mio secondo figlio è stato concepito in quei luoghi!

Ci parli di "American Gangster", il film che ha appena terminato di girare ancora una volta con Ridley Scott.
Russell Crowe: "American Gangster" è basato sulla storia vera di uno spacciatore di eroina, interpretato da Denzel Washington, che tra il '69 e il '74 si trasferisce nel Sud Est Asiatico per traffico di droga. Io sono il poliziotto alle sue calcagna. La cosa curiosa è che tanti anni fa, nel 1995, io e Denzel abbiamo recitato insieme in "Virtuosity": in quel film lui era un poliziotto che mi inseguiva, stavolta i nostri ruoli si sono scambiati ! Io ho appena finito di girare la mia parte, mentre Denzel ha appena iniziato perché Ridley ci teneva che girassimo in tempi diversi, per creare una profonda differenza fra i due mondi ai quali apparteniamo.

Domanda di rito:"Il gladiatore 2" si farà?
Russell Crowe: In "A Good Year" c'è una scena che fa riferimento diretto a "Il gladiatore". Max cammina tra le vigne, si china, raccoglie un po' di terra, la sbriciola tra le mani e la odora come faceva Massimo prima di iniziare il combattimento. Una scena che è un po' un omaggio al fatto che a me e Ridley Scott piace lavorare insieme, siamo contenti di collaborare ancora una volta. Ne "Il gladiatore" il mio personaggio muore alla fine del film, ma non è questo un problema insormontabile, dopotutto a Hollywood niente è impossibile. Il fatto è che io Ridley abbiamo altri progetti, di questa cosa non ne parliamo mai, siete voi giornalisti che ci ponete la questione nelle interviste. Escludendo comunque un prequel, diciamo che se ci fossero tempo, le giuste risorse e una buona sceneggiatura, si potrebbe fare un bel film.. un bel film sulla vita di Massimo nell'aldilà!

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