Cado dalle nubi
"Un cantante gioisce quando ha uscito un sentimento".
A tutti i seguaci della trasmissione televisiva "Zelig" è sufficiente una frase di questo tipo per presentare il comico Luca Medici alias Checco Zalone, che passa dal piccolo al grande schermo con la prima regia cinematografica di Gennaro Nunziante (sceneggiatore de "La febbre" e "Commediasexi" di Alessandro D’Alatri), nella quale, in maniera quasi autobiografica, veste i panni di un giovane cantante pugliese trasferitosi a Milano, dopo essere stato lasciato dalla ragazza, dove spera gli si possano spalancare le porte del grande successo nel mondo dello spettacolo.
Da questa esile idea di partenza, per nulla distante da quelle spesso alla base delle commedie a stelle e strisce, cui "Cado dalle nubi" sembra in (buona) parte ispirarsi, si prosegue con la progressiva entrata in scena di azzeccati personaggi di contorno, dal cugino omosessuale Alfredo, con il volto del sempre grande Dino Abbrescia ("Manuale d’amore") e fidanzato con Manolo, interpretato da un bravo Fabio Troiano ("Solo un padre"), alla bella Marika, cui concede anima e corpo Giulia Michelini ("Ricordati di me"), che fa perdere la testa allo scatenato protagonista.
Scatenato protagonista che non solo ci delizia con esilaranti esclamazioni quali "Acciminchia" e storpiature delle parole (principante anziché principiante), ma si trova continuamente alle prese con equivoci (abbiamo anche cocaina scambiata per gesso) e situazioni imbarazzanti (l’esibizione nel locale gay tra le più divertenti); fino al momento in cui il suo tanto tortuoso quanto esilarante cammino verso l’universo discografico incrocia quello di un ottimo Ivano Marescotti in chiave leghista.
E allo spettatore, rapito da una commedia ben scritta, altrettanto ben interpretata e al cui interno non si avverte mai il calo del ritmo narrativo, non rimane altro da fare che ridere. Mentre, tra una battuta e l’altra, non troppo celati appaiono sottotesti relativi alle intolleranze e alle differenze culturali e di razza, che si tratti di omofobia, contrasti tra Nord e Sud e confronti con seguaci del movimento Emo.

La frase: "Tutti i veri cantanti all’inizio della carriera vivono nella miseria".

Francesco Lomuscio

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