Sei mai stata sulla Luna?
Uno dei film più attesi della stagione cinematografica italiana è sicuramente “Sei mai stata sulla luna?”, pellicola dell’acclamato regista di “Tutta colpa di Freud” e “Immaturi” Paolo Genovese. Le opere precedenti erano interessanti e anche abbastanza originali, la storia d’amore di un sordomuto o la riscoperta della maturità da adulti, ma “Sei stata sulla luna?” è invece molto classico. Una commedia d’amore dove si ride e si riflette, ma con una sceneggiatura troppo spesso prevedibile.
Il cast conta l’ormai richiestissimo Raoul Bova, particolarmente ricco il suo 2014 con anche l’ottimo “Scusate se esisto” e il meno riuscito “Fratelli Unici”, e la new entry delle passerelle italiche Liz Solari. La giovane modella e attrice ha un cognome ben noto al nostro pubblico per i trascorsi del fratello Santiago nell’Inter, ma si mostra volenterosa di non avere etichette e come primo ruolo da protagonista poteva andare peggio. Il personaggio più originale è sicuramente il cugino autistico di Neri Marcorè, autore di una prova notevole e non facile, così come anche la prova di un odioso e sorprendentemente credibile Pietro Sermonti nei panni del fidanzato fiscalista.
Avete mai sentito di un divorzio per eludere le tasse? E’ la morte dell’amore e forse uno dei momenti più divertenti. Le vicende del paese vanno dalla cybercoppia Solfrizzi-Impacciatore, con la passione che fatica a sbocciare e avrà bisogno del grillo parlante barista interpretato da Sergio Rubini. Il gioco delle coppie sembra funzionare, ma la banalità purtroppo spesso si infila a intermittenza rendendo a tratti noioso lo scorrere dei minuti. Bella l’ennesima collaborazione con i cantautori romani, infatti, dopo Britti e Silvestri è la leggenda di Francesco De Gregori a risuonare nelle immagini del regista romano. Un modo per omaggiare la sua città e la musica, sempre protagonista nelle sue opere e mai come in questo caso con la canzone omonima del film scritta in esclusiva dal “generale dietro la collina” che risuona nelle campagne della Puglia.
L’apparenza la fa da padrone all’interno della vicenda, dove un fattore rapisce e si fa a sua volta incantare dalla giornalista tutto rossetto e trucco proveniente dal quadrilatero della moda. Nonostante gli errori di un Missoni scambiato per un Valentino, avere un occhio attento ai marchi aiuta anche in ambito cinematografico, la coppia alla Vanity Faire Solari-Michelini funziona bene per quasi tutta lo svolgimento dell’intreccio narrativo. Proprio Carola, il personaggio interpretato dal volto femminile di “Squadra Antimafia”, è protagonista della storie d’amore più misteriosa. Certo però che tutti ci chiediamo il perché del flip phone? Intanto quel che è certo è l’inverosimile situazione dell’amore tra un fattore e la ricchetta snob. Ogni tanto si affaccia anche Parigi, che col suo richiamo romantico e d’alta classe è sicuramente uno scenario adatto. Il finale è una piccola sorpresa e un invito a vivere diversamente alcune situazioni troppo spesso scontate, ma l’opera non è sicuramente all’altezza dei grandi successi precedenti pur essendo un prodotto in linea con il panorama cinematografico italiano.
La frase:
"Troppe modelle, rischi di finire come in quella pubblicità incredibile dove i maschi lavano i piatti".
a cura di Thomas Cardinali
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