Trama: Salento. C'è aria di crisi. Il Premiato Pastificio Tammaro chiude la vecchia fabbrica, in realtà con l'idea di riaprirne presto una nuova, completamente meccanizzata. Tutta la squadra di operai addetti allo stoccaggio manuale, si ritrova disoccupata.
Tra questi c'è Enzo, sposato con Aurora che lavora saltuariamente come traduttrice, e i loro due figli piccoli. E poi Carmine che vive con la vecchia madre e con il fratello minore Marcellino e infine Bandula, un immigrato indiano, ormai al verde e senza più un posto dove dormire.
La situazione è drammatica.
Proprio in quei giorni, la moglie di Tammaro eredita una collezione d'arte contemporanea, che viene provvisoriamente sistemata nel vecchio pastificio e viene offerto ad Enzo e Carmine, come lavoro temporaneo in nero, di custodire il magazzino che ospita le opere.
Enzo e i suoi amici scoprono sbalorditi l'arte contemporanea. La prima reazione è di rifiuto, di ironia verso una forma d'arte che proprio non capiscono! Ma poi spinti dalla disperazione e dalla voglia di riscatto, decidono di rifare alcune di quelle opere d'arte, sostituirle a quelle di Tammaro, e vendersi gli originali.
Parte la truffa in grande stile. I nostri si ritroveranno a vivere la più incredibile ed esaltante avventura della loro vita, che li porterà ad avvicinare, con un misto di curiosità e primitiva irruenza, il linguaggio dell'arte e il mondo delle gallerie d'arte tra collezionisti e vernissage. In questo "gioco" di falsificazione iniziato per caso, ciascuno prende coscienza, in modo un po' maldestro, della propria intraprendenza e della propria sensibilità artistica. La loro capacità manuale, che non gli era servita per conservare il loro posto di lavoro, adesso torna loro utilissima per riprodurre fedelmente le opere d'arte.
È anche la storia di una crescita, i nostri eroi, anche se inizialmente per fini di lucro, cominciano a vedere libri d'arte, a leggere biografie di artisti senza che se ne accorgano, si ritrovano "innamorati" dell'arte contemporanea.
Ma la mala sorte della povera gente sta sempre in agguato.
Al rientro in Puglia, quando tutto sembrava andare per il meglio, si scopre che Tammaro ha spedito da Christie's a Roma la sua collezione (compresi i falsi) per venderla all'asta. Gli improvvisati falsari passano dall'euforia al terrore. Temono che gli esperti della casa d'aste si accorgano dell'inghippo, e si vedono già arrestati. Per i nostri inizia così una forsennata corsa contro il tempo per recuperare le opere originali e rimetterle al loro posto, prima che inizi l'asta.