Film gradevole, impeccabile nello svillaneggiare, denudare e dissacrare il mondo dell'arte contemporanea, realistico nel descrivere la dura vita del precario, specie al Sud. Ma Salemme? Sempre più macchiettistico nella sua recitazione, a tratti patetico. Ormai, nei film in cui partecipa, sta diventa una zavorra
Un' opera veramente divertente e gradevole, comico ma non banale.
Ben recitato, senza pretese, ci rappresenta un'Italia che esiste e che non si lascia sopraffare.
Anche la frecciata, non tanto palese, ai "mercanti di arte moderna" è veramente efficace.
Do dieci per alzare la media visto che sembra sia stato poco visto.
Tre operai meridionali licenziati (Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Hassani Shapi) e riassunti come guardiani al nero, decidono di vendere le opere di arte moderna del loro padrone dopo averle sostituite con perfette copie. Ovvio che le cose non vadano per il verso giusto.
La commedia di Giovanni Albanese su un gruppetto di disoccupati che si improvvisano artisti, ennesimo tributo del nostro cinema alla proverbiale italica arte di arrangiarsi, tira diverse frecciatine al mondo dell’arte contemporanea che potranno far arricciare il naso a qualcuno che le troverà velatamente qualunquiste. Il dibattito é aperto.
Il film a me é piaciuto. Pur senza il ritmo di altri esempi odierni, é sufficientemente divertente e strappa più di una risata, specie nei tentativi dei protagonisti di rifare le astruse opere il più indistinguibili possibile dagli originali. Ok tutti gli interpreti, fra cui l’egiziano Hassani Shapi già visto in altre pellicole di questo genere.
Fra gli sceneggiatori, oltre al regista, c’é Fabio Bonifacci, coautore anche di 'C’é chi dice no', che nel soggetto ha qualche assonanza con questo.