I Re e la Regina
Nell'intento di Arnaud Desplechin (Esther Kahn), "I Re e la Regina" non è un solo film, ma due lungometraggi distinti legati tra loro da sottili fili Nora (Emmanulle Devos / E' più facile per un cammello) ha una vita sentimentale piuttosto travagliata: rimasta vedova mentre era ancora in cinta, ha visto fallire anche l'unione con il suo successivo compagno ed ora spera di trovare la felicità nella tranquilla storia con il ricco Abel. Purtroppo viene a sapere dell'improvvisa malattia del padre (Jean-Paul Roussillon), ormai terminale, e si trova a dover affrontare questo terribile passaggio da sola, visto che la sorella conduce una vita ai margini dove non c'è posto per nessun altro.
Una situazione che saprà tirar fuori tutta la forza della donna, ma allo stesso tempo la costringerà a confrontarsi con il suo passato e con il suo io interiore.
Ismael (Mathieu Amalric / Lunedì mattina) non è mai stato una persona stabile, ma quando si trova ricoverato in un centro di igiene mentale suo malgrado, è convinto di non trovarsi esattamente dove dovrebbe essere. Per sua fortuna anche la dottoressa Vasset (Catherine Deneuve / 8 donne ed un mistero) la sua psichiatra la pensa così. Dopo un breve periodo di ricovero Ismael è così libero di ritornare alla sua vita, ormai una sorta di puzzle che aspetta solo di essere ricomposto.

Il film si divide in capitoli (quattro) e solo verso la metà iniziamo a seguire trait d'union tra le due storie. Ismael è il compagno che Nora ha lasciato, ma allo stesso tempo l'unico uomo che abbia amato veramente.
Il film in se stesso non è brutto né banale, si limita a raccontare una storia come tanti altri, ma il suo limite è la sua lunghezza (sicuramente maggiormente penalizzante nell'ambito di un festival) che seppur funzionale alla struttura, è veramente eccessiva. Lascia un po' attoniti la dichiarazione della regista che vede nel personaggio di Nora: "…la frigida Marnie, la brava Sharon Stone di Casino o la Gena Rowlands in Another Woman", beh come dice il saggio non confondiamo la lana con la seta.
Un po' di Le invasioni barbariche, un po' di Qualcuno volò sul nido del cuculo e molto ritmo francese per questa analisi sulla vita e sul trapasso che trova nelle considerazioni finali di Ismael al piccolo Elias l'unico momento da ricordare.

La frase: "Ho due notizie, una buona e una cattiva. Prima la cattiva: le hanno sequestrato l'appartamento." "E la buona…" "Non me la ricordo!"

Valerio Salvi

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