Questo mondo è per te
E’ nato dal laboratorio della Scuola di Cinema di Grosseto il terzo lungometraggio diretto da Francesco Falaschi, regista di "Emma sono io" (2003) con Cecilia Dazzi e "Last minute Marocco" (2007), interpretato da Valerio Mastandrea.
Ed è proprio la Dazzi a vestire i panni di Laura, madre separata del protagonista diciannovenne del litorale toscano Teo che, con il volto dell’esordiente Matteo Petrini, vive insieme al padre trasportatore Italo alias Paolo Sassanelli e sogna di iscriversi alla mitica scuola Carver, la cui retta annuale è di 7000 euro, per diventare scrittore.
Lo stesso Teo che, però, si trova ben presto costretto ad avventurarsi nell’universo del precariato tricolore per poter sopravvivere, dopo che Italo, avuto un incidente con il furgone, viene ricoverato in ospedale, dove la diagnosi è severa e inattesa: sospetta leucemia.
Quindi, tra call center di recupero crediti, il progetto di una sorta di drive-in sull’acqua e l’impiego come cameriere in un ristorante sul mare, lo seguiamo da un lato nella continua ricerca di una fonte di guadagno, dall’altro nell’appena avviata storia d’amore con Chiara, con le fattezze della Eugenia Costantini di "Diciotto anni dopo" (2010).
Mentre, tra apparizioni del Massimiliano Bruno regista di "Nessuno mi può giudicare" (2011) e dei volti noti della trasmissione tv "Zelig" Sergio Sgrilli e Paolo Migone, quelli che prendono progressivamente forma sono circa 82 minuti di visione che sembrano quasi porsi a metà strada tra alcuni film di Paolo Virzì e "Ma che ci faccio qui!" (2006) di Francesco Amato, non a caso interpretato dal succitato Sassanelli.
Però, al di là di una non disprezzabile confezione generale e della capacità di riuscire a strappare qualche sorriso allo spettatore, l’insieme, complice la a lungo andare ammorbante voce narrante del protagonista, non solo rischia in più di un’occasione di apparire fiacco, ma rivela la sua classica natura di ennesimo prodotto tricolore volto ad invitare lo spettatore a non perdere mai la speranza nel mondo in cui vive, che gli piaccia o no. Senza raccontare nulla di nuovo.
La frase: "Lei parte, se ne trova un altro, lui resta e non trova nessuna, è una storia vecchia".
Francesco Lomuscio
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