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"Il rock ti dà l’idea che tutti ce la possono fare".
Il percorso musicale e artistico di Vasco Rossi raccontato da Sybille Righetti e Alessandro Paris attraverso la sua voce narrante e lo sfruttamento di tanto materiale di repertorio, tra vhs amatoriali, super 8, fotografie di famiglia e registrazioni radiofoniche.
Trent’anni di carriera (e trenta milioni di dischi venduti) rievocati a partire dalla morte del padre, quando era bambino, dopo la quale passò dallo scherzare al prendere in affitto un capannone in cui suonare; un po’ come un loft a New York, solo che, in realtà, era a Casalecchio.
Perché, tra immagini riguardanti il fondamentale nonno Seghetti e reminescenze dei primi amori, non è una certa ironia ad essere assente nelle parole dell’autore di "Ogni volta", il quale, oltre a considerare Los Angeles il paradiso del mondo dei musicisti, sfodera divertenti aneddoti come quello relativo al suo primo impatto con la stampa, ai tempi di un’esibizione da bambino.
E, ovviamente, in mezzo a interventi della madre Novella e di amici quali il manager Floriano Fini, lo psichiatra Angelo Righetti, Gaetano Currieri degli Stadio e Marco Gherardi, con il quale, giovanissimo, suonava nei Little boys, sono i suoi successi musicali – da "Bollicine" a "Il mondo che vorrei", passando per "Vivere" – ad accompagnare quello che si presenta nelle vesti di ritratto intimo da schermo; nel cui corso, inoltre, rivela di non sentirsi un fenomeno e neppure intelligente in maniera particolare, ma, semplicemente, un individuo con momenti di genio e lunghi periodi di normale mediocrità.
Mentre, senza dimenticare neppure dichiarazioni del musicista statunitense Stef Burns, emergono le genesi di titoli noti come "Vita spericolata" e "Albachiara" ed apprendiamo che il pensiero del rocker nativo di Zocca era svolgere la professione di disc jockey, non diventare cantautore.
Con inevitabili ricordi del forte rapporto con il compianto chitarrista Massimo Riva, fino al culmine di una veloce operazione che, impreziosita dalla presenza dell’inedita "I soliti", si mostra efficace nel portare alla luce il Vasco nazionale che non abbiamo mai visto sul palco o davanti agli obiettivi di ripresa.
Pur risultando, forse, eccessivamente breve, soprattutto agli occhi degli affamati fan rossiani.

La frase:
"Vasco ha sempre avuto la mania di cantare, di suonare".

a cura di Francesco Lomuscio

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