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Nemico Pubblico
Con "Nemico pubblico" Michael Mann torna al genere biopic, già affrontato nel 2002 con "Alì".
La storia è quella di John Dillinger, il più famoso rapinatore di banche degli anni della Grande Depressione.
Nel raccontare la vita del criminale Mann opera una scelta non convenzionale, abbandona completamente l'aura romantica che avvolge spesso quegli anni, rifugge qualsiasi mitizzazione e si limita a raccontare dei fatti, aneddoti reali della vita di quello che per molti, già all'epoca, era un moderno Robin Hood, uno che durante le rapine bruciava i registri dove erano annotati i debitori.
Cosa rimane: il ritratto di un uomo freddo e spietato, amante del lusso, devoto agli amici e alla fidanzata, incapace di pensare al domani, abilissimo nell'organizzare fughe e rapine, ma non la propria vita.
Michael Mann decide di prendere in considerazione solo un limitato lasso di tempo della vita di Dillinger che va dal 1933, anno in cui organizza l'evasione dei suoi complici dalla prigione di stato dell'Indiana, al 1934, anno della sua uccisione all'uscita dal Chicago Biograph Theater dopo aver visto il film "Le due strade", con Clark Gabie e William Powell.
Quando il racconto inizia Dillinger è già un criminale famoso eppure non ci viene raccontato nulla dei suoi inizi, della sua infanzia, tutto ciò che sappiamo è ciò che lui stesso racconta alla futura compagna Evelyne «Billie» Frechette, al loro primo incontro: "Sono cresciuto in una fattoria a Moooresville, Indiana. Mia madre ci lasciò quando avevo tre anni e mio padre mi picchiava perché non conosceva un metodo migliore per crescermi. Amo il baseball, i film, i bei vestiti, il whisky, le macchine veloci... e tu. Cos'altro c'è da sapere?".
Viene scelto l'ultimo anno di vita di Dillinger perchè in questo lasso di tempo entrano a far parte della sua vita due personaggi fondamentali: oltre alla già citata Evelyne «Billie» Frechette, l'agente Melvin Purvis, quello che nei fumetti sarebbe identificato come il suo arcinemico, la sua nemesi. Purvis è un uomo determinato, scelto da J. Edger Hoover per catturare Dillinger, per questo aveva creato una squadra speciale ad hoc.
Mann sta addosso ai suoi personaggi, la camera sempre incollata al viso, per catturarne tutta la valenza psicologica e i suoi attori lo ripagano con una grande interpretazione: Depp abbandona ogni gigionismo per regalare al suo Dillinger una grande freddezza e una notevole compostezza, ma ancor più bravo è Christian Bale nel ruolo di Purvis, basta guardare come muta il suo viso quando si rende conto che i suoi uomini hanno perso le tracce di Billie, non ha bisogno di dire una parola per trasmettere tutta la sua rabbia e la sua delusione.
E poi tutto il cinema di Mann: dall'attentissima scelta delle location, alle lunghe sequenze di sparatoria, dalle riprese asimmetriche alla bellissima fotografia di Dante Spinotti.
Eppure la somma delle parti non genera il capolavoro che ci si potrebbe aspettare, troppo pensato, troppo freddo lo svolgimento per appassionare, forse anche troppo lungo. E se la sequenza della sparatoria notturna lascia senza fiato, è difficile seguire e collocare i vari personaggi che interagiscono con Dillinger, bisognerebbe arrivare alla proiezione preparati.
Comunque "Nemico pubblico" è un godimento per gli occhi.
La frase:
- "Cosa la tiene sveglio la notte, Mr Dillinger?"
- "Il caffè"
Elisa Giulidori
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