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Possession - Una storia romantica
Sorprendente o piuttosto preoccupante il nuovo film di Neil LaBute ("Nella società degli uomini"): abituati a storie graffianti ed analisi al vetriolo dei rapporti interpersonali, ci troviamo un pò spiazzati di fronte a questa pellicola grondante amore alla melassa tanto da richiedere massicce dosi di insulina. Storie di passioni, più o meno tormentate, intrecciate tra il presente e l'età vittoriana. Mentre i due studiosi di letteratura, Roland (Aaron Eckhart / "Erin Brocovich") e Maud (Gwyneth Paltrow / "Amore a prima svista"), cercano di svelare gli aspetti più reconditi della vita del poeta Randolph Henry Ash (Jeremy Northam / "Un marito ideale") e del suo rapporto con Christabel LaMotte (Jennifer Ehle / "Wilde"), vengono lentamente influenzati dalla forte personalità dei due scrittori e dall'intensità della loro passione che emerge prepotente dagli scritti personali. Randolph è stato da sempre considerato una sorta di misogino indissolubilmente legato alla moglie, mentre Christabel era dichiaratamente omosessuale; la possibilità che sia esistita una relazione tra i due potrebbe sconvolgere interi capitoli di letteratura e rappresentare un'incredibile opportunità di carriera per i due studiosi. Il viaggio che li porta a ripercorrere le probabili tappe di un'analoga fuga dei due innamorati li aiuterà a percepire la vera essenza l'uno dell'altra fino allo scontatissimo innamoramento.
Dal romanzo, di stampo letterario di Antonia Byat, si arriva a questa pellicola che, al di la della patina esterna, analizza i dubbi e i "blocchi" culturali che affliggono i protagonisti: la morale vittoriana contro l'insicurezza post-freudiana del nostro tempo. Al di la del fatto che il nostro passato, seppur ingabbiato da una ferrea educazione, sembra essere più liberale e meno moralista del nostro presente, il tutto è viziato da una certa superficialità. Al di la dell'argomento non certo originale e di dialoghi all'insegna del dozzinale, si salva la buona costruzione registica che si muove da un'epoca all'altra con estrema naturalezza sfruttando i luoghi dell'ambientazione a cavallo tra i due secoli. Particolarmente apprezzabile la scelta di non utilizzare alcun effetto speciale (decisamente inflazionato) per "colorire" il passato; tutto è lasciato alle sapienti scenografie, ai costumi ed all'incredibile intensità dei protagonisti.
La selezione del casting ha seguito dei binari prefissati: per i due da immergere nell'età vittoriana si è andati sul sicuro, d'altronde sembra che sia la Ehle che, soprattutto, Northam siano ormai condannati a vivere fuori del loro tempo, almeno sul set; su Eckhart non si discute, almeno con LaBute, visto che l'ha sempre voluto in tutti i suoi film e la Paltrow sembra nata per il suo ruolo, tanto che ha affermato di aver utilizzato vestiti, identici a quelli che usa tutti i giorni (un "semplice" maglioncino intessuto con 23 (!) fili di cachemire).
Curiosità: il personaggio di Roland nel romanzo era un inglese di origini operaie che qui è stato trasformato in un americano.
La chicca: durante il film il verbo "approdare" viene utilizzato sia con essere che con avere. Complimenti al traduttore!
La frase: "Nessun essere umano può stare in mezzo al fuoco evitando di consumarsi "
Indicazioni: Per gli inguaribili romantici.
Valerio Salvi
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