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Pavee Lackeen
I "Travellers" sono una minoranza pari all'1 per cento della popolazione irlandese.
Poiché sono dotati di una storia comune e di tradizioni proprie rispondono ai criteri che permettono la loro identificazione come gruppo etnico autonomo. Ma la storia dei "Travellers" in Irlanda è un lungo racconto fatto di indifferenza e marginalizzazione, di intolleranza e razzismo. Il governo irlandese è il primo responsabile per la mancanza di provvedimenti legislativi in grado di favorire l'integrazione di tale minoranza e soprattutto in grado di migliorare la condizione di una popolazione costretta ad un costante nomadismo forzato. Anzi, il razzismo è così generalizzato che solo uno sparuto gruppo di progressisti ne riconosce l'esistenza. Le condizioni in cui si trovano i "Travellers" sono paragonabili ad un paese del terzo mondo in quanto molto di rado hanno accesso ad acqua, elettricità e fognature.
Il regista Perry Ogden è un fotografo affermato, nato nello Shropshire ma formatosi a Londra. Pavee Lackeen è un film-documentario con attori presi proprio nella comunità dei "Travellers" e realizzato dal punto di vista di Winnie, bambina di undici anni, ultimogenita di una numerosa famiglia che conta dieci figli. È una storia di orgoglio, ma anche di emarginazione, proprio perché le difficoltà maggiori con cui Winnie ed i suoi parenti si trovano ad affrontare provengono proprio dall'incapacità da parte delle autorità irlandesi di trovare una collocazione al gruppo etnico in generale e alla loro famiglia in particolare. E questo nonostante il lodevole sforzo di tanti volenterosi operatori che però non sono dotati di strumenti adeguati per aiutare i "Travellers". In effetti non solo non riescono a trovare una casa per la madre di Winnie, ma gli attivisti non riescono nemmeno a mantenere loro un accesso ad un rubinetto di acqua potabile!
Il film di Ogden è realizzato interamente in presa diretta, con un taglio che ricorda molto le inchieste giornalistiche, ed è probabilmente basato sulle esperienze della comunità Pavee, con cui il regista è stato a lungo in contatto per la realizzazione di questa pellicola. Si tratta di un film importante proprio perché documenta una realtà all'interno dell'Europa di cui nessuno parla o sa qualcosa. Il commento più amaro probabilmente viene da una donna anziana che legge la mano alla piccola Winnie dicendole: "avrai un futuro nella musica, ma non qui, non in Irlanda". Ora, come nel passato per molti altri.
La frase: "La vita è un conto bancario: puoi ritirare solo quello che hai depositato".
Mauro Corso
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