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Pantaleon e le visitatrici
Pantaléon Pantoya, capitano dell'esercito peruviano, di forte moralità, senza vizi, dedito alla famiglia e al lavoro, viene incaricato dallo stato maggiore dell'esercito di organizzare un sevizio ambulante di "visitatrici" per placare i bisogni sessuali dei soldati assegnati alle postazioni più impervie e lontane della foresta amazzonica. La missione viene svolta con zelo e con la solita scrupolosità, ma un giornalista radiofonico, bieco e corrotto, El Sinchi, inizia a indicare Pantaléon Pantoya come l'organizzatore dello sporco traffico di prostituzione. I problemi che sorgeranno saranno molti: i capi dell'esercito smentiranno di aver dato vita a questa missione, la moglie del capitano lo lascerà, la Colombiana, la più bella e sensuale delle visitatrici sarà immolata come vittima. Il regista, per la seconda volta si ispira ad un romanzo di Vargas Llosa (la prima volta era stato per La città e i cani) e per la seconda volta ottiene un risultato che riesce a pochi: non sconvolgere la trama narrativa del romanzo. Il film, ben costruito, scorrevole, simpatico, è anche per molti aspetti essenziale, privo di orpelli. C'è un largo uso dei toni di giallo e di ocra, come se si trattasse di un film di altri tempi. Invece no, è ambientato nell'odierno Perù, in cui internet e telefonini la fanno da padrone anche nella foresta pluviale. La sceneggiatura è una caricatura del linguaggio militare: non si parla mai di prostitute, ma di visitatrici; non si parla di brande, ma di postazioni di servizio, così come il bordello cui confluiscono le ragazze diventa il "centro direzionale" che però gli indigeni della zona chiamano Pantalandia. Pantaléon è un ragazzo di circa trenta anni, con un forte senso patriottico e un alto grado di dedizione. È pronto a tutto pur di eseguire gli ordini. Ecco che quindi analizza e organizza in modo statistico tutto ciò che occorre per concludere con successo la missione. È una pellicola piacevole, quasi scanzonata, che però porta alla ribalta problemi quali quello della prostituzione e quello della corruzione. Inoltre, senza dare mai giudizi morali, mette in risalto le debolezze, i vizi, la doppia morale che spesso alberga nelle coscienze delle persone più insospettabili. Il pregio della pellicola però, sta soprattutto nella capacità di raccontare la vicenda con simpatica dolcezza, e di non scadere mai nell'ovvio e nella tragedia.
Teresa Lavanga
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