Titolo film: |
Il comandante e la cicogna |
Opinioni presenti: |
4 |
Media Voto: |
5 -  |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di olga di comite, 67 anni, perugia (PG)
il film piace ma non convince |
Voto 6 di 10  |
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Silvio Soldini, dopo due film intensi e realistici (Giorni e nuvole e Cosa voglio di più) ci ripropone una commedia un po’ favola un po’ fantasia un po’ di costume, tesa a ritrovare la leggerezza poetica di Pane e tulipani. Ma i tempi sono cambiati e i problemi si sono addensati nel nostro paese e il regista sente anche il bisogno di mettere l’Italia sul banco degli imputati, facendola giudicare da magistrati eccellenti. Essi sono Garibaldi il comandante, Leopardi il poeta e Leonardo, l’artista a tutto campo. I grandi del passato sotto forma di statue commentano lo stato del paese e il più colpito dalle sue condizioni appare l’Eroe dei due mondi che dal suo piedistallo si duole nel vedere i suoi sogni infranti. Questo parlare tra statue avviene in una città che il regista connota chiaramente solo alla fine, per far intendere che il suo discorso riguarda tutti noi e non una sola località o regione. A sottolineare tale concetto serve anche l’uso di dialetti diversi in bocca ai suoi personaggi. E vediamoli più da vicino. Valerio Mastandrea dà vita, con la solita miscela di razionalità ed emozione, a un personaggio tra i principali dal film, che ha andamento corale, quasi da music-hall. Leo è un idraulico onesto lavoratore; è vedovo e ha due figli che gli danno molti problemi. Accanto a lui, nel ruolo del fantasma, Cluadia Gerini, la moglie morta che la notte ricompare per aiutarlo ad alleggerire le vicende in cui lo coinvolgono entrambi i ragazzi. Tra i due adolescenti, la figura più simpatica è quella del maschio, svogliato e sognatore, tutto bicicletta e verde, che ha come amica una cicogna, l’unica che con un batter d’ali sa sollevarsi al di sopra delle miserie quotidiane. Oltre alla cicogna, amico del ragazzetto diventerà uno strano e un po’ ambiguo personaggio, Omazio (Giuseppe Battiston), una specie di difensore civico, che ha perso il lavoro e campa affittando un appartamento a Diana (Alba Rohrwacher), un’artista giovane, un po’ folle e squattrinata. Per varie vie si troverà a conoscere Leo e ad innamorarsi, ricambiata, di lui. C’è poi la figlia maggiore dell’idraulico in preda alle sue tempeste ormonali e ad un pasticcio per il quale il genitore dovrà cercare l’aiuto di un avvocato. A dar corpo a questo personaggio gustoso, anche se un po’ caricato, Luca Zingaretti, contornato da orribili clienti dell’alta finanza. Alla fine per i nostri protagonisti la favola si conclude con il dovuto trionfo del bene sul male. Questa opera di Soldini però, nonostante la vivacità dei personaggi, mi è apparsa scarsamente convincente. Gli espedienti fantastici non riescono a fondersi in un impasto di contenuti sentiti e partecipati. Un’occasione mancata per un autore di commedie che poteva svecchiare il genere ed esprimere maggior forza capace di coinvolgere davvero lo spettatore.
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Questa opinione è stata scritta da:
olga di comite
67 anni
perugia (PG). |
(23 Ottobre 2012) |
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